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E' impossibile capire del tutto la strategia di una squadra dalle voci e anche dalle prime mosse del mercato. Ma dalle necessità di base, da qualche dichiarazione e da più segnali si possono fare ipotesi credibili.

La Juventus deve cambiare necessariamente passo rispetto a ben tre stagioni deludenti. Qualcuno dice, addirittura, che andrebbe rifondata, con numerosi e radicali cambi nella rosa. In più è necessario partire da un punto: bisogna tenere i soldi sotto controllo. Per comprare si deve vendere. Per questo, molti dei cosiddetti giovani (Soulé, Barrenechea, Illing junior...) verranno venduti. Per provare ad acquistare almeno un nuovo centrocampista. Avremmo preferito la cessione di Kostic, ma, purtroppo, ha meno estimatori di Illing.

Alex Sandro e Pogba sono un problema. Chiuso il primo: non ce la fa. Aperto, il secondo: ce la farà? Dovrebbero emigrare anche loro.

Se il calcio d'agosto contasse qualcosa, resterebbero McKennie e Kean, ma è come una rondine che non fa primavera. Però, per la Juve, l'agosto '23 è stato assai migliore dell' agosto '22.

 E veniamo alla madre di tutte le battaglie di questa stagione bianconera: Vlahovic o Lukaku? E' probabile che l'entità del conguaglio da versare, con lo scambio, ai torinesi sarà determinante. Entrambi i giocatori escono da una stagione negativa. Il serbo soffre ancora di pubalgia, ma è molto più giovane e bisogna riconoscere che alla Juve non ha ricevuto gli stessi palloni (per numero e qualità) che riceveva alla Fiorentina: in una squadra diversa potrebbe ridiventare quella macchina da goal quando vestiva la maglia viola.

 Lukaku è potente, ma macchinoso, avanti negli anni, bisognoso di un gran lavoro prima di entrare in forma. Se gli riesce fa reparto da solo, ma in lui il confine tra l'esplosivo e il pasticciato è molto labile. Avrebbe bisogno, accanto, di qualcuno con agilità e fantasia perché l'idea del lancio lungo “e poi ci pensa Lukaku” ci sembra perdente.

Resta un altro elemento importante: questa dovrebbe essere una stagione di esperimenti e assestamento, utile a restituire una squadra meno confusa. Bisogna ritrovare un'identità non necessariamente uno scudetto.