Juventus Women, intervista ad Eva Schatzer
INIZI- "Ho iniziato a giocare quando ero molto piccola, a casa mia nel cortile con i miei due fratelli maggiori. Poi ho iniziato nella società del mio paese con i maschi. Dopo tre anni sono passata nella prima squadra femminile, ad un quarto d'ora di macchina da casa. Poi sono passata alla Juventus".
CENTROCAMPISTA SEMPRE?- "Sì, ho fatto il terzino soltanto un anno ma non mi sono trovata benissimo".
CHIAMATA JUVENTUS- "Ho fatto un anno di centro tecnico federale, un mio allenatore aveva contatti con alcune squadre e quindi ha rimediato a me e a mia cugina (Elisa Pfattner ndr) un provino, l'abbiamo fatto dopo qualche mese e ci hanno chiamate".
PERCHÈ LA JUVENTUS- "L'organizzazione della società: ci hanno fatto fare un giro del centro sportivo, era tutto organizzato alla grande: le navette, la scuola, soprattutto per i miei genitori che volevano io finissi. Poi c'era un bel progetto per il futuro. Una scelta facile".
INGRESSO NELLO SPOGLIATOIO BIANCONERO- "Erano tutte molto accoglienti. Mi hanno aiutato soprattutto quelle che giocano nel mio ruolo, con consigli e suggerimenti. Martina Rosucci sicuramente, Bonansea, Girelli, erano tutte molto disponibili".
CARUSO- "Il punto di riferimento della squadra. In allenamento e in partita è sempre lei a trascinare tutte. Vederla quotidianamente mi ha fatto capire che non ha paura di provare a fare la giocata determinante quindi anche lei mi aiuta tanto in campo, magari quando vede che sono preoccupata, sono contenta di giocare con lei".
TITOLARE ALLO STADIUM- "Un giorno emozionante, molto. C'era moltissima gente, quando siamo entrate nello stadio anche quando era vuoto mi faceva impressione, tutti i posti liberi. In spogliatoio ho cercato di concentrarmi alla partita e poi quando siamo uscite per fare il riscaldamento non riuscivo a sentire le mie compagne che parlavano perchè c'era la musica alta. Il calcio femminile merita un'atmosfera del genere".
ESORDIO IN NAZIONALE- "Lo sognavo fin da piccola, ho sempre guardato le azzurre in tv. Contro il Malta sono entrata in campo per mezz'ora, è stato molto bello per me, mi scaldavo ed è arrivato il preparatore a dirmi che dopo cinque minuti sarei entrata. Ero molto emozionata, dovevo ancora prepararmi ma con la mia testa ero già dentro la partita. Volevo solo far vedere come gioco e godermi il momento. Tremano un pochino le gambe ma quando sei in campo pensi solo alla partita".
OBIETTIVI- "Vorrei vincere un titolo con la Juventus. Vorrei essere convocata in Nazionale e giocare un Europeo o un Mondiale".
INDOSSARE LA MAGLIA DELLA JUVENTUS- "Un orgoglio. Una maglia molto importante, una delle squadre più grandi al mondo, quando la indosso la guardo e penso a quanto sia bello essere qua".