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    Valeria Ciardiello al BN: 'Parità di genere nel calcio è ancora un'illusione. La Juve una delle poche realtà ad investire'

    Valeria Ciardiello al BN: 'Parità di genere nel calcio è ancora un'illusione. La Juve una delle poche realtà ad investire'

    La politica sportiva fatica a stare al passo con il calcio femminile in Italia, un fenomeno in crescita esponenziale che ha contagiato le nuove generazioni. La nota giornalista, conduttrice e opinionista Valeria Ciardiello lancia una sfida alle istituzioni del pallone, nella speranza di garantire alle ragazze più investimenti, strumenti e un maggiore supporto nello sport e nel calcio.

    Valeria, cosa manca al calcio femminile in Italia per diventare una realtà consolidata, come in molti altri paesi?
    «Mi verrebbe da dire, in gergo colloquiale “hai voglia a progettare, costruire, organizzare, migliorare il sistema calcio femminile”, se poi chiusi in un’aula, i nostri politici decidono di non rifinanziare il fondo per lo sport professionistico femminile. Non solo calcio, si intende. Rappresenta l’ennesimo chiaro segnale di come, nonostante i progressi, la parità di genere nel mondo dello sport resti ancora un’illusione». 

    Come pensi che la situazione attuale del calcio femminile possa influenzare le future generazioni di atlete?
    «Ho una bimba di 8 anni che ama lo sport. Non sa ancora cosa vorrà fare da grande, ma è inaccettabile pensare che non abbia il diritto di poter perseguire il sogno di diventare una atleta professionista, nel tempo moderno di oggi e in un paese sulla carta indicato come civile».

    Quali sono le principali difficoltà che le donne devono affrontare nello sport, in particolare nel calcio?
    «Le donne che praticano sport, specialmente il calcio, continuano a subire discriminazioni in termini di visibilità, di risorse economiche e di opportunità, nonostante il loro impegno, la passione, i sacrifici ed il quotidiano sforzo di abbattere secoli di stereotipi».

    Che ruolo ed impatto ha avuto la Juventus sul calcio femminile?
    «La Juventus è e rimane una delle poche realtà italiane che ha deciso di investire nel calcio femminile, dimostrando di credere davvero nel suo valore. Nonostante tutte le difficoltà, la Juventus Women è diventata una delle squadre più competitive e rispettate in Europa».

    Ma non è abbastanza, a quanto pare.
    «Evidentemente tutto questo non basta a far comprendere al governo l'importanza di sostenere e valorizzare il movimento. Mi domando: perché in un paese come il nostro, dove il calcio è considerato quasi una religione, il calcio femminile sembra essere ancora visto come un'alternativa di seconda classe?».

    Le istituzioni sportive faticano a stare al passo con il “boom” del calcio femminile.
    «La Juventus non solo ha investito nel settore femminile, ma ha anche portato il calcio delle donne a livelli di visibilità mai visti prima in Italia. Grazie a una visione lungimirante il calcio femminile ha trovato una nuova luce, ma è fondamentale che tutto il movimento venga supportato, non solo da club visionari, ma anche da chi ha il potere di influire sulle politiche pubbliche. E’ frustrante vedere come, nonostante i risultati straordinari delle atlete e l'incremento di interesse da parte dei tifosi, il governo non riesca a comprendere l’importanza di supportarle come meritano».

    Lo sport può davvero cambiare la nostra società?
    «Sì, ma a patto di agire subito, di dare alle donne nello sport la visibilità e le risorse necessarie per crescere ulteriormente. Non è solo una questione di uguaglianza, è una questione di giustizia e di rispetto anche di chi -dal passato al presente- ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, aprendo la strada alle future generazioni. Le società sportive, per quanto lungimiranti e illuminate come la Juventus,  non possono competere senza sostegno».

    Cos’è lo sport per te? 
    «Lo sport è un riflesso della vita, un modo per affrontare le sfide, le vittorie, le sconfitte, un modo per migliorarsi come persone, uno spazio neutro in cui misurare il proprio valore in maniera diretta e pura. Perché privare bambine e ragazzine di questa opportunità che passa dal poter scegliere?».

    Qual è il messaggio che vorresti recapitare a chi ha il potere di influenzare la politica sportiva in Italia?
    «Mi permetto di citare una una frase di Nelson Mandela che mi ha sempre colpito: “lo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di ispirare. Ha il potere di unire le persone come poche cose riescono a fare”. Ecco, forse andrebbe ricordato anche a chi ci governa».
     

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