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    Massimo Zampini: 'Non ricordavo il sapore dei tre punti. Alla fine si abbracciano tutti, come la fine di un incubo'

    Massimo Zampini: 'Non ricordavo il sapore dei tre punti. Alla fine si abbracciano tutti, come la fine di un incubo'

    • Massimo Zampini
      Massimo Zampini
    Non mi ricordo che sapore abbiano i tre punti. 

    Avvicinarsi a Juve-Milan quando non vinci una partita da un mese, non batti i rossoneri in casa da 5 anni, ci hai perso in Supercoppa senza subire un tiro in porta e il tuo ultimo acquisto di gennaio è bloccato da una vicenda al limite del paranormale, è un’esperienza faticosa ma forgiante.

    Eppure è tutto così complicato da analizzare, perché se la situazione ora descritta farebbe presagire un disastro su tutti i fronti, d’altro canto Kolo Muani sembra un colpo importante e se ripenso ai match con Fiorentina, Milan in Supercoppa, Torino e Atalanta fatico a capire come sia possibile non averne vinta neanche una. Manca quel furore conseguenza dell’odio per pareggi e sconfitta che ci caratterizza da sempre, è vero, ma la squadra gioca e costruisce, incurante delle tante assenze che la perseguitano da tutto l’anno.

    Andiamo in vantaggio, sprechiamo qualche occasione e ci riprendono, ma davvero non riesco a ricordarmi come accada tutte le volte. Ho solo dei flash: una volta una scivolata di troppo, una un cross, una un fallo da rigore mentre escono dalla nostra area, ogni volta ci spaventiamo un po’ e a quel punto so già che non vinceremo neanche quella.

    Per questo, quando vedo un primo tempo ben giocato, in cui rischiamo qualcosa dietro ma siamo più vivi e aggressivi dei rivali, non so cosa aspettarmi dal secondo. Esce pure Yildiz, entra Weah che dopo pochi minuti tira, respinta, e quando poi arriva Koop, dai Koop, ne dribbla uno, forza Koop, è solo davanti al portiere, ora, Koop!, e lo centra, cavolo, Koop!, sembra tutto stregato per lui e per noi che abbiamo già capito che sta per arrivare un altro pari.

    Non basta neanche il gol di Mbangula – come cresci in fretta, ragazzo – dopo un bell’assist di Nico, che magari non segna tanto ma quante cose fa, perché tanto ora ci facciamo riprendere come polli un’altra volta e invece no, perché Thuram innesta Weah che si invola e segna da vero centravanti, sono tutti in campo a festeggiare, stavolta siamo due a zero e non lo dico ad alta voce ma magari per una volta non ci riprendono più.

    La Juve pare volermi rassicurare perché continua a pressare, non concede grandi chance, McKennie corre ininterrottamente da 100 minuti nel decimo ruolo della sua stagione, Cambiaso se ne frega delle voci e rimane concentrato, Locatelli è ovunque e alla fine si abbracciano tutti, come se fosse la fine di un incubo, come se il peggio fosse alle spalle e ora si potesse davvero ripartire, consapevoli che basta poco per ripiombare nella spirale dei pareggi.

    Mentre, ora che me ne ricordo improvvisamente il sapore, è così bello il weekend con tre punti in più, qualche paura in meno e un post di Kalulu tutto in bianconero che ribadendo il noto motto bonipertiano pare ricordarci qualcosa che è bene non dimenticare: il pareggio, dalle nostre parti, non sarà mai una consolazione. 
     

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