IL RACCONTO - Paolo Sammarco, stella di quel Milan, racconta a Gazzetta il giovane Giorgio: "Ricordo Giorgio, arrivò in punta di piedi, quasi timido, educato com’è ora. Era grande e grosso, aveva una forza sovraumana e noi eravamo convinti che il Milan lo avrebbe acquistato". Non andò così per Chiellini, che allora era ancora un terzino sinistro a tutta fascia, quinto di centrocampo nel 3-5-2 rossonero. Chiellini giocò da titolare la finale ad Arco, vinta per 2-1 nel derby contro l'Inter. L'ultima con la maglia del Milan, che non lo confermò, aprendo le porte al suo futuro da leggenda della Juventus.
IL RICORDO - Alessandro Biondelli, altro compagno di quel giovane difensore, racconta: "Giorgio ha fatto la differenza con la tenacia. Ricordo una convocazione con una nazionale giovanile. L’allenatore era Rampanti, che diceva a Chiellini di non esagerare con la creatività: 'Giorgio, vuoi diventare un giocatore? Allora appoggia la palla e corri’'. Lo ha ascoltato. Io invece a quell’età ero bravo ma ho avuto tutto insieme: un milione e 800mila lire di stipendio, la Lotto come sponsor, un grande procuratore. Ho fatto due panchine in B con l’Hellas di Malesani, ma oggi ho un ristorante vicino a Canino, in provincia di Viterbo. Ho pensato di essere arrivato, invece era solo l’inizio".
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