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"Siccome si dice sempre di non parlare più di Calciopoli, poi invece c' è chi scrive ancora libri per trattare l' argomento, ci viene spontaneo rinfrescare la memoria a chiunque voglia ancora parlarne. Facendo ovviamente una prima doverosa premessa sull' attuale stato di salute del mondo pallonaro, del dopo Calciopoli, che si accinge a riprendere la propria attività nel caos più completo. Cominciamo con la B [...] Annullati i ripescaggi, la Lega stessa provvede a cautelarsi minacciando addirittura azioni legali nei confronti di chi si renda colpevole di condotte antigiuridiche nei suoi confronti. Evidentemente sente già odore di corsi e ricorsi. Nella massima serie il Chievo è sotto inchiesta per false plusvalenze, verrà però giudicato durante il campionato. Il Crotone chiede il blocco del campionato, essendo parte interessata.

Da «oggi le comiche» perviene notizia che il Collegio di Garanzia del Coni ha annullato la sentenza della Corte Sportiva D' Appello relativa a Frosinone-Palermo che sanciva la promozione della squadra laziale in Serie A. Motivo: sanzioni non ritenute congrue. Sarà la stessa Corte ad emettere nuova sentenza. Due gloriose società, Cesena e Bari, falliscono retrocedendo addirittura tra i dilettanti. L' Avellino deve ripartire dai dilettanti per una fideiussione non in regola con le norme.

C' è infatti carenza di dirigenti veri a far da controllori e i topi ballano come in un ambiente quando manca il gatto. La Lega Nazionale di A ha da poco un presidente, mentre la Fgci è ancora commissariata. Eppure fino al 2006 il calcio italiano era stimato nel mondo: le sue squadre vincevano le Champions, la Nazionale conquistò il titolo mondiale. Aveva allora ragione Giraudo quando disse: «Noi ce ne andiamo, vedrete quelli che verranno dopo». Rievochiamo queste parole perchè le attuali dimissioni irrevocabili del generale Enrico Cataldi, super-procuratore Coni, sono una diretta conseguenza del malessere che attraversa il calcio attuale, e una conferma di allineamento al presagio di Giraudo. Dice infatti il generale: «Non si può lottare contro le lobby delle federazioni», sante parole quelle di Cataldi perché noi fummo schiacciati proprio da queste lobby. Era appena nato Calciopoli quando Antonio Giraudo rese pubblica questa sua riflessione. Amara presa di posizione soprattutto in considerazione di un processo che aveva sentenziato «Campionato regolare, nessuna partita alterata», sentenza che andava a cozzare tra l' altro con la difesa della Juve fatta dall' avvocato Zaccone che temeva addirittura la retrocessione in C. Sostenemmo che quell' avvocato non aveva forse capito bene leggendo troppo in fretta, o forse non aveva letto tutto(?), chissà... Come difensore bianconero aveva però dato un segnale all' opinione pubblica perché da quel momento si parlò solo di «sentimento popolare», con noi messi alla gogna. Una semplice battuta fu scambiata volutamente come sequestro di persona (Paparesta), cosa smentita dal tribunale di Reggio Calabria, gli arbitri tutti assolti meno uno (De Santis) che non aveva niente a che vedere con la Juve. Parlavamo è vero con i designatori, Bergamo in particolare, ma era consentito dal regolamento calcistico. Lo facevamo per controllare la situazione sapendo di chiacchierare con gente «amica» di altra gente. Le intercettazioni ci hanno dato poi ragione.

Sentite questa tra il designatore Bergamo e Galliani, quest' ultimo presidente di Lega e vicepresidente del Milan, alla fine del campionato 2004/2005 vinto dalla Juve: «Dottore mi creda a casa mia abbiamo pianto, non avremmo mai pensato che la Juve potesse vincere a San Siro con Collina arbitro. Siamo dispiaciutissimi sia io che mia moglie». Pensiamo che sia sufficiente per far capire l' ambiente in cui vivevamo, unico motivo delle nostre telefonate di controllo.Meglio quindi mettersi tutto dietro le spalle e proiettarsi verso domenica 19 agosto che segna l' inizio del nuovo campionato".

Questo l'articolo di Luciano Moggi, scritto sulle pagine di Libero.