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Ormai sembra tutto fatto. Giusto il tempo di limare gli ultimi dettagli e poi la Juve accoglierà a Torino Tiago Djalò, difensore classe 2000 in arrivo dal Lille che è destinato, a partire dalla prossima stagione, a prendere stabilmente il posto di Alex Sandro. Sarà un titolare, dunque, ma non subito. E non tanto per una questione di gerarchie, ma "solo" perché il portoghese è reduce dalla rottura del crociato, infortunio rimediato nel marzo di un anno fa che lo ha costretto, naturalmente, a finire sotto i ferri e a saltare tutti gli impegni successivi con la sua squadra, fino a oggi.

Sarà pronto, dunque, per la Juve? È la domanda che si sono posti spesso i tifosi bianconeri negli ultimi giorni, quando dalle indiscrezioni di mercato iniziava a trapelare che il suo trasferimento alla corte della Vecchia Signora si stava davvero per concretizzare, già in questa sessione. 

Ne abbiamo parlato con il professor Fabrizio Tencone, "storico" medico della Juventus e attuale direttore di Isokinetic Torino, che ha risposto ad alcune domande anche su Federico Chiesa alla luce del suo ultimo stop.


IL PROF. TENCONE AL BN SUGLI INFORTUNI DI DJALÒ E CHIESA

- Professor Tencone, come bisogna leggere il caso di Djalò?
Un infortunio come il suo richiede tempo, sicuramente è necessaria una ripresa progressiva. Ma la strategia della Juve mi sembra ottima.

- Ci spieghi meglio.
Se l'intenzione del club è quella di mandare in campo il giocatore con continuità a partire dalla prossima stagione, adesso c'è tutto il tempo di consentirgli di terminare al meglio il percorso riabilitativo e il successivo periodo di ricondizionamento. Che non significa che da qui a giugno non potrà essere mai impiegato, anzi sulla carta dovrebbe avere la possibilità di iniziare a prendere confidenza con il campo e giocare qualche spezzone di partita.

- Ma in futuro, per lui, potrebbero esserci altri problemi?
Oggi come oggi il 90% dei giocatori che si rompe il crociato torna a fare senza difficoltà quello che faceva prima, a volte anche meglio e con continuità, che vuol dire disputare 20-30 partite di seguito. Con Chiesa per esempio i tempi sono risultati più lunghi, ma in questo caso non credo ci si debba preoccupare.

- A proposito di Chiesa, come commenta il suo stop più recente, dovuto a un nuovo problema al ginocchio già operato?
Ormai sembra chiaro che ogni tanto Chiesa abbia bisogno di fermarsi. Se il ginocchio si gonfia è perché si infiamma, quindi va gestito, ma lo staff della Juventus sa benissimo come fare. Chiaramente dispiace che non abbia quel tipo di continuità di cui parlavo prima, che significa un filotto importante di partite consecutive.

- Riuscirà mai a ritrovarla?
Non ho una risposta a questa domanda. Il tema non riguarda il danno che ha subìto, ma proprio la gestione. Sembra una banalità, ma Chiesa ha evidentemente bisogno di adottare speciali precauzioni legate all'intensità e/o al minutaggio, perché non è un caso che tenda a fermarsi dopo aver giocato partite di alto livello, come quella in Coppa Italia contro la Salernitana. Il ginocchio funziona bene, non ha più problemi, altrimenti non potrebbe garantirgli prestazioni di questo tipo. Ma va gestito con attenzione, come dicevo.


Immagine: https://isokinetic.com/