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Il dubbio è proprio questo: la Juve sta facendo il massimo possibile? Ed è pure giusto chiederselo, ed è sacrosanto allo stesso tempo considerare le mille attenuanti del momento. Così, su due piedi, ci viene una risposta che può sembrare banale ma che in fondo spiega esattamente il momento che sta attraversando la squadra di Thiago Motta: chi è che avrebbe dovuto dare qualcosa di più? A Birmingham è mancato Koopmeiners, ma versione Atalanta: alla Juve stiamo vedendo ormai da tempo questo giocatore in grado - come nessuno - di legare il gioco, però poco pungente in area di rigore, o a ridosso di quest'ultima. Yildiz forse andava più sollecitato, però buona parte della gara è scivolata sui binari di Conceicao, capace di fare solo bel tempo dimenticandosi del cattivo. 


Cosa lascia Aston Villa-Juventus


Per questo, in fondo, negli sprazzi di Aston Villa-Juventus c'è "da fare i complimenti ai ragazzi", come amava ripetere il predecessore di Motta. Che sì, li ha fatti, anzi: sta facendo soprattutto questo, perché in tanti sono spremuti ed è forse un fattore che non valutiamo abbastanza, o comunque che non valutiamo approfonditamente. Ma giustificazioni a parte, la casella 0 alla voce "gol fatti" pesa un macigno e indica la necessità di scavare un po' di più nell'analisi, a volte davvero troppo superficiale. 



Con Weah, la Juve ha avuto un apporto offensivo a metà: lo statunitense è stato una buona sponda e ha attaccato la profondità con discreta costanza, ma non è stato eccellente praticamente in nulla. Con Yildiz scavalcato dall'intensità della fascia opposta, anche a Conceicao è mancato il guizzo giusto, e comunque parata del Dibu Martinez (resta un capolavoro) a parte, pure agli affondi sulla fascia poi han fatto seguito gli ultimi passaggi sbagliati. 

E' stata l'ennesima partita "da percorso", quella di Birmingham. Ed è stata ancora una Juventus "in potenza", per nulla fatta e finita. A inizio dicembre, tutto questo può bastare? E gli alibi come s'infilano in questo discorso? Come avrete potuto capire, le domande sono tante, le risposte pressoché nulle. Forse la filosofia giusta è proprio quella di non pensarci: partita dopo partita, le nubi si diraderanno e capiremo molto di più sul percorso intrapreso da questa squadra. Oggi non è tempo di dire giusto o sbagliato. Oggi è solo tempo di stringere i denti.