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Tudor, a Roma le risposte che cercava: ha ritrovato testa e fisico in 10 giorni
Non si fa una Juventus in dieci giorni, risponderebbe Tudor. E ha pure ragione, o no? Se andiamo a vedere le cose su cui ha insistito, per ognuna ha trovato una risposta: la fase difensiva, almeno di reparto, funziona; alle spalle della punta ci si muove in maniera chiara; i due di centrocampo restano garanzia di solidità. E gli esterni? Lineari, niente di clamoroso. Cambiaso e Nico - i due che Igor ha in testa in questo rush finale - saranno un'altra cosa, alzando il tasso offensivo.
Roma-Juventus: le risposte per Tudor
Va bene, in fondo. E "la strada è giusta", come ha detto lo stesso allenatore. Che ha parlato di "cose interessanti" e poi inevitabilmente della base di partenza, perché quel primo tempo fatto così bene non deve far dimenticare tutto il resto. Lo stesso motivo per cui Tudor è praticamente lì, seduto (mai) su quella panchina, a scegliere i cambi e a dare dettami. La Juventus che ha raccolto era una squadra decisamente provata nella testa e nel fisico. E a Roma ha dato risposte proprio lì: nella testa e nel fisico.
Se si ragionasse vecchio stampo, si potrebbe quasi dire che sia stato un pareggio stretto, forse strettissimo. Se si ragiona seguendo le logiche e mettendo in evidenza le reali dinamiche che compongono questa squadra in questo momento, si deve dire che occorre prendere tutto questo con ottimismo. E' come in un videogioco: scegli chi vuoi essere. Igor Tudor ha scelto di essere razionale, e comunque affamato.
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