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  • Koopmeiners, neanche Tudor lo scuote. E adesso? C'è un piano B per la Juventus

    Koopmeiners, neanche Tudor lo scuote. E adesso? C'è un piano B per la Juventus

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    La vittoria è una medicina straordinaria: copre tutto, almeno per qualche giorno. Teun Koopmeiners può affrontare la settimana con un’anima più leggera, e già questo potrebbe aiutarlo. Tra gli aspetti positivi del ritorno al successo della Juventus, però, la sua prestazione non compare. Opaca, quasi spenta, fuori ritmo rispetto al resto della squadra. Che, a dire il vero, non ha certo brillato per fluidità e brillantezza, ma almeno ha lottato. Ha combattuto. Non si è persa nelle troppe cose da fare, mantenendo un minimo di quadratura.


    I numeri della sua partita

    I dati, come sempre, offrono una chiave di lettura utile: Koopmeiners è stato sorprendentemente poco coinvolto nella manovra. E con l’arrivo di Tudor ci si aspettava esattamente il contrario: più partecipazione, più verticalità. Invece, ha toccato appena 32 palloni – addirittura meno di Vlahovic, fermo a 33 – e ha perso il possesso in 11 occasioni, oltre la già alta media stagionale di 9,7.

    Un aspetto che lascia qualche speranza è il dato sui duelli: quattro tentati, quattro vinti. Un segnale che da mediano sa farsi valere. Ma alla Juventus, e a questa versione della squadra in particolare, non serve un Koopmeiners da interdizione. Tudor lo ha posizionato dove dovrebbe fare la differenza: trequartista, spostato sulla destra, con libertà di svariare e di alternarsi con Yildiz. Eppure, le risposte sono state poche. Tiepide. Ininfluenti nelle zone dove avrebbe potuto incidere, complice un dispendio atletico che fatica a sostenere.


    La scelta di Tudor


    E ora? Rischia il posto? Tudor avrà un’intera settimana per valutare, ma se c’è una certezza su Koopmeiners è la sua serietà professionale. Tuttavia, il tecnico è stato chiaro nel post-partita: “Va recuperato, ma ci tiene e riusciremo a farlo”. Parole molto diverse dall’atteggiamento rassicurante di Thiago Motta, anche quando non c’era nulla di cui essere soddisfatti.

    Ora Tudor ha due strade davanti: insistere su Koopmeiners anche quando sembrerà un esperimento fallito, oppure affidarsi a Kolo Muani, adattato ma forse più funzionale. La scelta spetta a lui.

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