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Vlahovic, numeri preoccupanti in Brugge-Juventus: 6 tocchi e 4 palle perse. Motta, questa gestione funziona davvero?
Thiago Motta e la gestione di Dusan Vlahovic
Sette minuti con il Milan, il doppio adesso in Champions. Nel mezzo, altri giorni di chiacchiere, di intese rotte anche solo dall'immaginazione, di futuri in bilico e solo quello del serbo. "E' stata una scelta tecnica", ha ribadito in conferenza stampa Thiago: è stato un messaggio così nitido che sembrava pure così netto. Finalmente la Juve aveva avuto un'alternativa a Dusan e non c'aveva pensato due volte prima di accantonarlo, prima di scegliere il nuovo, quello potenzialmente più utile.
Così, complice un infortunio, Vlahovic si è messo in disparte e ha accettato di star fuori. Ha vestito i panni che non sapeva di dover vestire, che nemmeno sa come indossare: fa il comprimario e lo fa male. In quei 6 palloni toccati, numeri alla mano, ha perso 4 volte la palla. Una roba che si può definire "imbarazzante" senza correre il rischio di offendere qualcuno.
La prova più difficile
Se in un quarto d'ora riesci ad avere il tempo di vincere la palma di peggiore in campo, e chi ti ha sostituito da inizio gara è pure il "colpevole" del pareggio, allora si può dire di avere un problema senza per forza chiamare Houston via radio. Al momento, la Juve senza punti di riferimento offensivi è appunto questo: non ha appigli, non ha modo di attaccare. Deve affidarsi alla buona verve di Mbangula come si affidava a quella di Conceicao qualche tempo fa, o magari a Cambiaso. E' più fluida, ma non ha vinto coraggio.
La prova più difficile arriva adesso e lo è per tutti. Thiago sembra intenzionato a dare fiducia ancora a una Juventus senza Vlahovic, però con una via di mezzo: è Kolo Muani, e sarebbe stato titolare già con il Milan se non ci fossero stati di mezzo l'affaire PSG, gli errori sul mercato, l'attesa perenne che sembra condanna e condizione. Un po' come per Dusan: deve aspettare che passi la stagione, poi potrà tornare a fiorire. Ma lontano da Torino.
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