Redazione Calciomercato
Koopmeiners, i tiri in porta e il carattere: Juventus, quanti problemi ancora
Ma la Juve in Belgio non è la Juve del bel-gioco: è una copia sbiadita, è un fantasma interiore. E' come dar voce a tutte le paure che gironzolano in testa, che cerchi di schiacciare con un calcio più propositivo, con la bella intuizione di andare uomo su uomo. E con il coraggio che produce il guizzo, che provoca l'occasione. Vedi Mbangula. E vedilo scorrere perfettamente sulla sinistra e servire per un Nico impacciato.
Ah, quante occasioni. Fondamentali. Si sommano. Ricordano il colpo di testa di Conceicao parato miracolosamente dal Dibu Martinez. Il fallo stupido commesso da Douglas Luiz con lo Stoccarda. Uniscono i puntini e ci dicono in maniera solenne che i dettagli in questo sport, e soprattutto in questa competizione beffarda chiamata Champions, sono tutto ciò che distanziano il successo dal fallimento. Dettagli che poi equivalgono alla fortuna, in molti frangenti. E fortuna che aiuta sempre gli audaci, termine impossibile da accostare ieri sera alla Juventus.
E' mancato carattere, sì. E ancora. Sono mancati i tiri in porta, se non quello di Locatelli oltre l'ottantesimo e al termine di (suo) una partita box to box, con qualità nelle uscite e astuzia lì in mezzo. Ed è mancato Koopmeiners, sempre. La difesa di Motta sembra strenua e più paternalistica che oggettiva. Avrà il coraggio di tenerlo fuori? Douglas ha fatto meglio e nemmeno benissimo. Thuram non si può mettere in un angolo, figuriamoci Loca.
E' arrivato il momento delle scelte forti, di nuovo. Tenere fuori le lamentele di Vlahovic (di cui parliamo qui) è ben più facile di quel che sembra.
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