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La scuola del Barcellona come base su cui appoggiare il proprio credo e il proprio sviluppo. E' andata così per Thiago Motta, che sulla cantera blaugrana poggia le sue idee di calcio, pur non restando ancorate esclusivamente lì, semmai affinandole negli anni da calciatore e da allenatore con lo studio, l’osservazione, e l’esperienza. Così - sottolinea Tuttosport - si possono circoscrivere alcuni paletti del suo calcio. 
 
I cinque cambi sono per lui una risorsa enorme, permettono il cambiamento di assetto e di idee a gara in corso e risultano perciò utili. La necessità conseguente è l'avere a disposizione calciatori duttili, che sappiano destreggiarsi in più ruoli senza dimenticare, però, che il talento assoluto in grado di spostare le partite va preservato e non ingabbiato in dettami tattici. E la filosofia di lavoro, il secondo punto, ne tiene conto: come si legge, Thiago fa svolgere ai giocatori allenamenti relativamente brevi ma di estrema intensità e senza pause, così come deve garantire concentrazione assoluta tutta la fase in cui i calciatori sono a disposizione del tecnico che, poi, li lascia liberi di gestire il loro tempo libero. Sarà la successiva qualità singola del lavoro a svelare senza possibilità di dubbio se i componenti della rosa fanno vita da atleta o no, con le inevitabili conseguenze in termini di scelte. Il terzo punto è la protezione in modo spietato e assoluto del gruppo: non ammette interferenze esterne né intrusioni all’interno dello spogliatoio. Ed è facile immaginare che il suo solo e unico referente sarà Cristiano Giuntoli per le questioni di campo. La rosa, nelle idee generali di Motta poi, non deve essere extra large a prescindere dal gran numero di partite che si devono affrontare: come si ha osservato nei grandi club impegnati in tante gara, alla fine giochino sempre gli stessi 17/18, affidabili e presenti se la rosa è ben costruita, omogenea nei ruoli e nei valori.  E, infine, ecco l'arrivo al concetto di vittoria. Come si legge su Tuttosport, "quando gli hanno spiegato che alla Juve conta vincere, lui ha sorriso e ha risposto così: «Dappertutto conta solo quello: magari cambia come ci arrivi, ma conta solo vincere»".