
Mancini avanza, ma Tudor resiste: con lui alla Juventus sarebbe 'rivoluzione'
Perché alla Juventus piace ancora Tudor
Alle spalle di Thiago Motta, dunque, si ingrandisce sempre di più l'ombra dell'ex CT della Nazionale italiana, che però non ha ancora cancellato del tutto quella di Igor Tudor. Che piace perché, innanzitutto, conosce bene l'ambiente bianconero, che ha conosciuto prima da giocatore e poi da collaboratore di Andrea Pirlo, è legatissimo alla Vecchia Signora e ha già dato prova di saper dare una scossa prendendo una squadra in corsa.
Da mettere in conto, però, che a differenza del "normalizzatore" Mancini Tudor porterebbe una rivoluzione tattica nella Juventus. Come scrive Tuttosport, la difesa tornerebbe a tre in un'impostazione gasperiniana: marcatura "uomo su uomo" e pressing alto. Una proposta che andrebbe a sfruttare le qualità degli esterni a tutta fascia, con Timothy Weah e Andrea Cambiaso (già di rientro dalla Nazionale per un infortunio alla caviglia) candidati a occupare rispettivamente la corsia destra e sinistra nella squadra bianconera. Con i tre centrali, Renato Veiga avrebbe le qualità per impostare e ci sarebbe più spazio per Lloyd Kelly, oltre ai titolari Federico Gatti e Pierre Kalulu; in mezzo spazio alla mediana muscolare composta da Manuel Locatelli o Khephren Thuram, con Teun Koopmeiners a cavallo tra centrocampo e trequarti riavvicinandosi così all'utilizzo dei tempi dell'Atalanta. Poi Dusan Vlahovic ritroverebbe più spazio (noto l'apprezzamento di Tudor nei suoi confronti, espresso anche pubblicamente non molto tempo fa), con Randal Kolo Muani che potrebbe agire da trequartista al fianco di Kenan Yildiz.
Quando si deciderà il futuro di Thiago Motta
Tutte suggestioni, al momento, perché salvo sorprese clamorose Thiago Motta avrà il posto garantito in bianconero almeno fino alla sfida di sabato prossimo contro il Genoa. Inoltre, alla Continassa si stanno valutando anche altri profili per l'eventuale successione, dal "sogno" Zinedine Zidane alla variabile Domenico Tedesco, ex CT del Belgio. Tutto resta comunque in divenire, motivo per cui non è da escludere un ulteriore cambio nelle gerarchie ma nemmeno la scelta di un profilo ancora diverso.
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