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  • Juventus, Tudor subito al lavoro sulla difesa: la sua idea, oltre gli uomini

    Juventus, Tudor subito al lavoro sulla difesa: la sua idea, oltre gli uomini

    • Benedetta Panzeri
    In questo momento c'è solo il Genoa nella testa di Igor Tudor: il tecnico croato è pronto al suo nuovo debutto con la Juventus, il terzo dopo quello da giocatore e quello in panchina da vice di Andrea Pirlo, in una partita che vale già tanto per la squadra bianconera dopo le due sconfitte consecutive contro Atalanta e Fiorentina. Ben sette i goal incassati dalla Vecchia Signora in queste ultime due uscite, un numero folle e anche imprevisto considerando che, tutto sommato e con qualche alto e basso, la difesa era sempre stata uno dei punti di forza della formazione di Thiago Motta.

     

    La difesa della Juventus contro la Fiorentina


    Allo stadio Franchi prima della sosta il reparto arretrato della Juventus si è presentato in una veste totalmente inedita, a tratti sconvolgente (e poi fallimentare, visto l'epilogo): non c'era Federico Gatti, lasciato in panchina senza una ragione evidente, Renato Veiga e Pierre Kalulu hanno provato a resistere ma sono crollati presto sotto i colpi dei lanci lunghi e delle incursioni viola, mentre Lloyd Kelly e Timothy Weah hanno mostrato poca lucidità in fase difensiva e ancora meno spinta in avanti. La distribuzione delle colpe, poi, si è allargata anche al centrocampo, fatto sta che Tudor ha capito subito che il primo fondamentale passaggio del suo lavoro sul campo della Continassa portava proprio lì, a un reparto che si stava leccando le ferite nella disperata ricerca di nuove certezze (che chiaramente non possono ancora rispondere al nome di Gleison Bremer).



     

    L'idea di Tudor sulla difesa


    Posto che qualcosa cambierà, passando probabilmente a una linea a tre oppure mantenendo quella a quattro con una possibile evoluzione in fase di non possesso, Tudor è stato subito molto chiaro in conferenza stampa sulle sue idee: "Ho fatto difesa a quattro, a tre, pressing a zona, non è importante. Bisogna trovare l'assetto giusto per i giocatori che hai, la differenza la fanno altre cose, anche lo stile, è tutto compito dell'allenatore trasmettere quelle robe là". 

    E poi ancora, un altro passaggio significativo: "Non bisogna rinunciare a niente, bisogna fare tutto. Io voglio gente che si diverta, il calcio che va in quella direzione. La mia opinione è fare un goal in più, ma correre e difendere. Non bisogna rinunciare a tutto. Mi piace attaccare ma anche non prendere goal. Serve lavorare sulle preventive, il lavoro deve essere completo, anche gestire i calciatori, i cambi, questa è la direzione ed è stato già ribadito in passato". Vero, in sostanza, che quella del croato sembra una filosofia votata all'attacco, ma altrettanto vero che Tudor ha a cuore anche l'aspetto difensivo, perché in fondo è così che si vince: con una rete in più dell'avversario. Che dalla prospettiva opposta significa, semplicemente, una subìta in meno.



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