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La sua parabola, che già in passato aveva fatto giri particolari, ha conosciuto in estate un'evoluzione decisamente inattesa: in sostanza da esubero - finito sul mercato e inserito in una trattativa praticamente già conclusa - è tornato al centro del progetto della Juventus, con tanto di firma sul rinnovo di contratto. Martedì scorso, poi, la ciliegina sulla torta: il goal in Champions League contro il PSV Eindhoven, alla prima partita stagionale da titolare. 

Weston McKennie, riconfermato poi per il big match di sabato contro il Napoli, sta vivendo un momento d'oro, forse inatteso anche per lui che solo qualche mese fa sembrava destinato a partire per cercare fortuna altrove, perché in bianconero non c'era posto per lui. Il centrocampista statunitense si è fatto trovare pronto da Thiago Motta, e la soddisfazione non è tardata ad arrivare.

Abbiamo parlato di lui con suo padre John, che ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.
 

L'intervista a John, padre di Weston McKennie


- In estate, da esubero, Weston è tornato un po' a sorpresa al centro del progetto bianconero rinnovando il suo contratto: che cosa ha significato per lui questo passaggio?
A volte capita di ritrovarsi con la testa sott'acqua, e quando accade è fondamentale stare lontano dai pericoli. Weston ha sempre avuto fiducia in se stesso, una fiducia che, unita alla consapevolezza di ciò che voleva, gli ha dato questa importante opportunità.

- A proposito di opportunità, pochi giorni fa Weston è stato schierato titolare in Champions League, si è fatto trovare pronto e ha anche segnato un goal: che cosa gli ha detto dopo quella partita?
Mi ha detto che è stata una bella sensazione segnare alla prima partita stagionale. Ora, ovviamente, spera di continuare così e farne molti altri.

- Che cosa vi aspettate, in generale, da questa stagione?
Penso che anche lo scorso anno Weston abbia fatto una buona stagione, per quanto ci siano sempre margini di miglioramento. Personalmente spero che tiri di più in porta quando ne ha l'occasione.

- Lei, da padre, come cerca di sostenerlo?
Questo aspetto non è mai cambiato da quando ha cominciato a giocare a calcio. Lo ascolto ogni volta che parliamo, mi interessa di più come sta in quanto mio figlio che non in quanto calciatore. Gli chiedo come procedono le cose dal punto di vista della salute mentale, dei risparmi, della vita personale. Fin dall'inizio gli ho sempre detto tre cose: lavora duro, divertiti e sii rispettoso.



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