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    McKennie, da esubero a capitano: per la Juventus è un patrimonio, il rinnovo un'idea concreta

    McKennie, da esubero a capitano: per la Juventus è un patrimonio, il rinnovo un'idea concreta

    • Benedetta Panzeri
    Weston McKennie si è preso la Juventus. E si può dire che abbia fatto tutto da solo lo statunitense, che da esubero estivo è tornato ben presto ad essere un pilastro della squadra di Thiago Motta, che in questa stagione lo ha schierato nei ruoli più disparati: terzino sinistro, incursore centrale, mediano davanti alla difesa, esterno alto e persino seconda punta, con una duttilità rara che lo ha reso davvero un jolly irrinunciabile, una luce nel buio soprattutto in momenti di emergenza.

     

    McKennie capitano della Juventus


    Ieri sera contro il Benfica, poi, la consacrazione con la fascia da capitano, già passata su sei diverse braccia in stagione e arrivata poi addirittura a lui, che nella testa del tecnico bianconero ha superato nelle gerarchie persino gente come Federico Gatti e Dusan Vlahovic. Un'investitura pesante - e pure meritata - per McKennie, autore di una prova migliore di quella di diversi altri compagni per quanto non sia riuscito a evitare il naufragio della squadra.

     

    Le ultime sul rinnovo


    Fascia o non fascia, la Juventus continuerà a fare affidamento su di lui: l'estate turbolenta è ormai alle spalle, per Weston ora si parla pure molto concretamente di rinnovo, nell'ottica di prolungare il suo contratto ben oltre l'attuale scadenza del 2026. Giocatori così, del resto, non sono semplici da trovare, e chi li ha deve tenerseli stretti. McKennie, ad oggi, è un patrimonio. E qualcuno, forse, gli deve delle scuse, o almeno qualche ringraziamento.

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