
Lazio-Juve una lezione di strategia. Pirlo è flessibile, non è un talebano
STRATEGIA – L’idea della Juve stavolta era togliere profondità a un avversario temibile a campo aperto come la Lazio. Niente pressione alta, ritirata delle linee nella propria metà campo, e densità, tanta densità centrale, per evitare che Milinkovic Savic, Luis Alberto e Correa diventassero poi pericolosi in zona di rifinitura. L’assenza di Chiesa, inoltre, la presenza di CR7 nel tandem e l’impostazione a tre della Lazio (a quattro in realtà: con Cataldi a formare il vertice di un rombo) sconsigliavano altri approcci: che senso ha insistere col pressing, se la contingenza non permette di attuarlo o sostenerlo? Così si spiegano anche le scelte in mediana: Arthur in panchina, riproposta la coppia (Rabiot-Bentancur) che avevo definito recentemente incompatibile. Non sto ritrattando. Aggiungo solo che se la strategia è questa, Rabiot e Bentancur sono semplicemente più funzionali del brasiliano a interpretare quel tipo di filtro a centrocampo. E soprattutto, sono più adatti per ripartire.

BENTANCUR- Ecco la prima immagine di una sequenza esemplificativa: Rodrigo, al limite dell’area, sporca col suo gambone un passaggio di Luis Alberto che finisce così sui piedi di Cuadrado. Pulire col palleggio ragionato o ripartire? Guardate intanto la Juve com’è raccolta. Frabotta sul lato debole va quasi a fare il doppio terzino.

Cuadrado e Bentancur scelgono subito di ripartire. Forse perché sanno con quanti uomini attacca la Lazio? Contateli pure sopra la linea della palla. Di questi cinque biancocelesti, due sono Marusic e Fares (i laterali, o quinti per dirla in un altro modo).

Il centrale di sinistra Radu è costretto così a uscire in pressione su Bentancur. L’uruguayano però è bravissimo ad anticiparlo e a dribblarlo. Sergej Milinkovic-Savic che prima era sotto, ora è già sopra la linea della palla. Radu, una volta saltato, pure. E vedete Danilo che si sgancia lasciando a Frabotta la posizione di terzino?

A Bentancur non resta che liberare i cavalli: Morata, CR7, Kulusevski, ma in fondo anche lo stesso Danilo.

Tutti contro gli ultimi due giocatori della Lazio: Felipe e Acerbi. Che scappano ovviamente. Si profila un quattro contro due.

In realtà Morata rallenta dopo la consegna a Ronaldo e Radu recupera su Kulusevski. Nondimeno Felipe deve affrontare un due contro uno perché è partita la sovrapposizione di Danilo (che ‘ovviamente’ CR7 ignorerà). La Juve sapeva, e ha giocato di conseguenza.

RABIOT – Rabiot, più ancora del compagno di reparto, ha trovato forse il contesto ideale per esprimersi al meglio. Tra primo e secondo tempo ricordo almeno tre corse in conduzione, maestose, seguite a un intercetto sulla propria trequarti. Qui sopra il francese parte addirittura da dentro l’area anticipando Caicedo sul passaggio di Lazzari.

Di nuovo Lazio sbilanciatissima, coi due laterali finiti sopra la linea del pallone. Basta uno strappo palla al piede per far male.

E infatti Rabiot allunga. Davanti a sé i pericolosissimi e velocissimi CR7 e Morata, già predisposti in posizioni chiave per assecondare la ripartenza.

MORATA – E mentre CR7 è tendenzialmente un obiettivo da raggiungere nella metà campo avversaria, e magari già in prossimità dell’area, Morata quando gioca in coppia col portoghese funge anche lui da tramite con i suoi strappi. Al pari di Rabiot e Kulusevski, Morata è un animale da transizione. Se riesce a girarsi sul primo controllo è finita.

Parte in conduzione…

E non c’è modo di stargli dietro.

KULUSEVSKI – Per non parlare del mago delle ripartenze, ovvero Kulusevski. Uno cresciuto a pane e D’Aversa, allenatore tra i migliori quando si parla di transizioni. Nel secondo tempo di Lazio-Juve lo svedese ha messo in porta CR7 con una facilità mostruosa, partendo in conduzione dalla propria trequarti. Su questo pallone sporcato da Cuadrado a Marusic, ‘Kulu’ (come lo chiama Pirlo) è stato devastante. Seguite le ultime due immagini.

Davanti a un posto di blocco, ha fatto come nei film.

Ha tirato dritto.

Poi li ha seminati tutti. Vedete di nuovo Danilo? Un caso, vero? Quattro contro due…

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