DESTINO - È il primo atto di una notte di terrore che si consumerà all’interno del teatro Bataclan: il concerto degli Eagles of Death Metal viene messo sotto scacco da un gruppo di terroristi islamici che fanno ostaggio dei fan accorsi all’evento. Alla fine della nottata di paura, si conteranno 137 vittime, tra cui 7 attentatori, e 368 feriti: tra le persone poste sotto sequestro all’interno del teatro, c’è anche Massimiliano Natalucci, allora quarantacinquenne. La sua storia si inserisce alla perfezione nella linea immaginaria di terrore e commemorazione che collega Parigi a Bruxelles: quell’applauso lungo un minuto che si eleva dallo stadio Re Baldovino non è casuale e, senza il rumore delle bombe e dei mitra, forse avrebbe raggiunto anche Massimiliano.
HEYSEL - Infatti, al 39’ di Belgio-Italia, tutto lo stadio commemora quanto successo il 29 maggio del 1985: sono passati poco più di trent’anni, quanto basti per trasformare l’impianto in una struttura moderna e cambiarne il nome. Ma per chi c’era o per chiunque ne abbia memoria, lo stadio Re Baldovino sarà per sempre lo stadio Heysel: come per Massimiliano, che trent’anni prima quella serata catastrofica a Parigi era volato in Belgio, per seguire la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
Ascolta la puntata:
Ascolta "L'Heysel come non l'avete mai sentito: Massimiliano Natalucci, sopravvissuto a quella notte e al Bataclan - PARTE 1" su Spreaker.
Nella gallery le drammatiche foto di quella sera