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Teun Koopmeiners, oltre a parlare del trasferimento alla Juventus e del suo ultimo infortunio, nell'intervista a Tuttosport ha affrontato anche temi calcistici, spiegando le differenze tra Gasperini e Thiago Motta e cosa deve migliorare ancora la squadra. 


Koopmeiners, le parole su Thiago Motta, Gasperini e la Juventus


"MI RICORDA IL GIOCO IN OLANDA" - "Gasperini per esempio punta molto sull’ìntensità e nell’uno contro uno in ogni parte del campo, sia in attacco che in difesa. Si fanno anche esercitazioni specifiche. Con Motta abbiamo sì intensità, ma con la squadra compatta che si oppone in maniera più collettiva. Quello che stiamo facendo qui alla Juve mi ricorda ciò che facciamo in Olanda: possesso palla, intensità, voler controllare la partita, creare tante occasioni, ma anche nel modo di difendere".

LE DIFFERENZE TRA GASPERINI E MOTTA - "Direi che sono un po’ diversi. Ma è normale, sono due persone differenti e hanno anche un’età non simile. Con Motta e i suoi collaboratori parliamo molto su come viviamo le loro richieste e come ci troviamo nell’applicarle. Motta è molto interessato a capire il nostro feeling, anche se è deciso sul sistema. Il fatto che voglia comprendere la nostra impressione è importante".

 
UNA PAROLA PER I DUE ALLENATORI -  "Non è facile. Intensità per Gasperini e tattica per Motta".
 
 
COME CAMBIA IL SUO GIOCO -  "Adesso sono più centrocampista, a Bergamo che si giocava con un solo attaccante e io ero più offensivo. Ora anche in possesso palla devo aiutare di più quando si parte dal basso. Ma io voglio comunque continuare a fare grande pressing, assist e gol".

"VOGLIO ESSERE LEADER" -  "Sì, voglio essere un leader, per vincere c’è bisogno di calciatori che si prendano le responsabilità. Sono stato anche io giovane e so cosa si prova quando si devono fare prestazioni super rispetto a ciò che si è abituati. Io voglio aiutare i giovani: ho più esperienza di loro e devo farlo".

BISOGNO DI TEMPO - "Non si possono ottenere in un giorno, puoi parlare anche 24 ore ma serve tempo e pratica per far sì che diventino naturali. Tra l’altro, ci sono molti giocatori nuovi per cui il processo di crescita non si inventa da un momento all’altro. E poi ci parliamo molto in allenamento per vedere cosa è meglio fare, se il lancio lungo in profondità piuttosto che lo scarico nel breve, dipende dalle situazioni e quindi è normale, più partite si fanno e meglio sarà. Quando tutto avverrà in velocità, saremo più efficaci e questo sarà fondamentale soprattutto nelle partite di Champions League".

SULLA CLASSIFICA - "Anche se certi pareggi sono stati stretti come risultati, ormai è passato. Noi vogliamo salire in classifica e non restare al sesto posto, quindi ci impegneremo ancora di più per riuscirci".

DIFENSORE CENTRALE? - "Tre giorni fa ho detto alla mia fidanzata: “Forse dovrei dire a Motta che ho giocato per alcuni anni come difensore di sinistra”. Se la Juve fosse in difficoltà lo farei, certo. Io voglio giocare a centrocampo, ma se scattasse l’emergenza, perché no?".

SULLO SCUDETTO -  "Questo è un campionato difficile da decifrare. Però la classifica è ancora troppo corta, sono state disputate poche partite. L’Inter è forte e ha cambiato davvero molto poco. L’Atalanta può inserirsi in questa lotta, è una candidata. Ma anche il Milan che è andato a vincere sul campo del Real! La Juventus? La storia dice che si prova sempre a vincere, vediamo. Siamo una squadra nuova con tanti giovani, credo che la scelta migliore sia quella di pensare partita dopo partita".
 
GOAL NEL DERBY? - "Speriamo, ma non è un problema. Voglio farlo e prima o poi arriverà. La cosa più importante è che la Juventus vinca. Dopo Lille, ho detto nello spogliatoio: “Ragazzi, devo fare una tripletta prima che me ne convalidino uno!".