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Juve-Higuain, è muro contro muro: i quattro finali di una storia di rottura

Nicola Balice
20 apr 2020

Qualcuno potrebbe anche chiamarla legge del contrappasso. La fuga di Gonzalo Higuain servì alla Juve per strapparlo al Napoli, pagandolo profumatamente. Ora più che di una fuga, l'ambiente bianconero ha paura di un mancato rientro a casa del Pipita. Poi il caso vuole che di mezzo ci sia sempre Maurizio Sarri, scaricato ai tempi del Napoli, ora rischia nuovamente di essere piantato in asso nonostante ci sia lui dietro il rilancio ad alti livelli di Higuain. Che pensa di restare in Argentina per motivi personali: dalla paura del virus alla necessità di restare a casa vicino a mamma Nancy, ma anche perché c'è una rottura in atto con la Juve. Perché tornare se di fatto la dirigenza lo ha nuovamente scaricato in ottica futura? Perché rinnovare a condizioni utili solo al club? E via discorrendo. Sul tavolo c'è un braccio di ferro legato al contratto di Higuain, che lo rinnoverebbe solo potendo firmare un rinnovo vero e non tattico, solo sentendosi protagonista. Essendo anche in posizione di forza considerando la situazione tecnica della Juve in questa fase di emergenza, a patto ovviamente che poi decida di rispondere alla convocazione, mancandola e senza ottenere permessi finirebbe subito sul banco dei colpevoli in caso di tensioni legali. C'è un clima teso e almeno tre modi per finire questa storia: vince Higuain, vince la Juve, vincono tutti. O magari perdono tutti.

SE VINCE HIGUAIN - In tal caso arriverebbe un rinnovo di contratto in grado di accontentare le pretese del Pipita. Accordo lontano, lontanissimo, va detto. Perché significherebbe un prolungamento alle stesse condizioni attuali, vale a dire 7,5 milioni netti a stagione, con anche garanzie tecniche. Quando nei piani bianconeri c'è sempre la sua cessione e un cambio importante al centro dell'attacco, pur con tutti i dubbi legati all'inizio, alla durata e alla disponibilità economica del prossimo mercato.