
Cinque stelle più una: così la Juve di Pirlo 'supera' quella di Allegri
MODULO ‘A CINQUE STELLE’ DI ALLEGRI – Questa è la Juve ‘a cinque stelle’ di Allegri (16/17) appena prima dell’uno a zero di Dybala contro la Lazio. Fra i quattro giocatori d’attacco si inserisce, ignorato dal terzino svizzero, il centrocampista Pjanic, la quinta stella. Lichtsteiner cambia gioco per Mandzukic, torre del croato (spostato in fascia da Allegri), seconda palla raccolta al limite da Dybala e rasoiata splendida di prima intenzione sul secondo palo. Higuain faceva il centravanti, il numero 21 argentino si divertiva sulla trequarti e Cuadrado da una parte, Mandzukic dall’altra erano pensati rispettivamente per i cross e i colpi di testa. Una formula notevole che in Champions portò la Juve in finale.

L’ULTIMO 3-4-1-2 DI PIRLO – Ed ecco invece l’ultima formazione escogitata dal Maestro per affrontare il Napoli. Ed eravamo solo alla terza di campionato! Tre trequartisti e mezzo (ricordo che Arthur fino all’anno scorso faceva un po’ la mezzala un po’ il trequartista), più CR7 e Cuadrado. Per tacere il fatto che dei tre dietro, il solo Chiellini è un marcatore puro, mentre Bonucci è Bonucci, e Danilo è un terzino prestato all’impostazione a tre. Tantissimo coraggio insomma. Pure troppo? Non so quanto avrei dato per vedere Juve-Napoli. Invece... Comunque Pirlo, sorprendendo tutti, non solo aveva confermato Cuadrado e Kulusevski a piede invertito, ma aveva inserito pure Dybala in attacco al posto di Morata e finalmente anche il brasiliano a centrocampo in coppia con Bentancur. Tecnica ne abbiamo?

MODELLO DEA? – Solo una squadra finora gioca stabilmente col 3-4-1-2 in Italia, ed è l’Atalanta. L’Inter ci prova ogni tanto con Eriksen trequartista ma non ci riesce, funziona meno. Il Verona e la Roma si avvicinano, ma il loro sistema è più un 3-4-2-1 che un 3-4-1-2. Insomma la Dea del Gasp è unica, e se fino a ieri era un vero e proprio riferimento culturale, un modello, oggi è certamente qualcosa di più: è l’anti-Juve più credibile. Pirlo non vuole (e non potrebbe nemmeno) replicare il modello Atalanta, però di fatto sta occupando il campo con un impianto analogo, nel tentativo di riempirlo di giocatori ancora più tecnici (Dybala e Arthur su tutti) e votati a una gestione migliore del palleggio. La Dea infatti è strepitosa quando gioca nella metà campo degli avversari, ma in costruzione bassa non sempre usa il fioretto, anzi. La Juve invece, grazie ad Arthur, potrebbe riuscirci.

PRIMO TEMPO A ROMA – Nel primo tempo di Roma Ramsey faceva il tuttocampista, il trequarti dietro a Ronaldo e Morata, mentre i quinti Kulusevski e Cuadrado giocavano a piede invertito, fatto stranissimo in un 3-4-1-2. Sono differenze importanti rispetto al sistema dell’Atalanta, dove invece l’ampiezza è fissata dai cavalli Hateboer e Gosens (un destro a destra e un mancino a sinistra). In sostanza cambia tutto.

MEGLIO IN DIECI NELLA RIPRESA? ECCO PERCHÈ- Nella ripresa tuttavia, quando la Juve è rimasta in dieci uomini, i bianconeri hanno sfruttato meglio sia la zona di rifinitura che l’ampiezza. E questo grazie a dei cambi e a degli accorgimenti tattici mirati, come ad esempio spostare Kulusevski più al centro in modo da avere la spinta di un destro naturale lungo la fascia. Non badate a Danilo in sé nell’azione del gol di CR7, ma considerate la sua funzione. Lo stesso vale per Douglas Costa che lo innesca, non poteva farla anche Dybala quella apertura? Dietro, in copertura (fuori inquadratura), erano rimasti i soli Bonucci e Chiellini. Come ottenere dunque tutto questo nell’undici titolare? Con l’aggiunta della sesta stella. Anche perché Danilo di solito resta bloccato, quella discesa lì, undici contro undici, non spetta a lui.

CINQUE STELLE PIÙ UNA – Eccoci dunque al modulo ‘a sei stelle’: Cuadrado, Ronaldo, Kulusevski, Dybala, Arthur e Chiesa tutti insieme. È il sistema 3-4-1-2 a consentirlo. Con questo modulo Pirlo può superare persino l’estrema audacia toccata da Allegri nel 2017. Più offensivi di così non si può. Resta solo da capire una cosa: ora che c’è Chiesa, Cuadrado rimarrà ancora a sinistra a piede invertito o quella formazione approntata per il Napoli era solo il frutto di un’emergenza?

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