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Coach Francesco Simone al BN: ‘Koopmeiners, non sottovalutiamo la preparazione e l’infortunio. Il test alla Continassa non è emergenziale’
L'obiettivo di questi test è monitorare lo stato atletico della squadra a due terzi della stagione, fornendo dati essenziali per ottimizzare la preparazione e gestire al meglio il rendimento dei giocatori.
Ma cosa significa, nel dettaglio. Ce lo siamo fatti spiegare da Francesco Simone, preparatore atletico e personal coach.
L’intervista
TEST ALLA CONTINASSA – “Un test che è già stato fatto. È un map test per determinare il massimo consumo di ossigeno. Si mette questa maschera, si raccolgono i dati e si determina il massimo consumo di ossigeno. Un valore che più o meno rimane costante con il tempo e da questo valore si possono dedurre altri dati importanti per un calciatore come la potenza metabolica. In poche parole: serve a determinare la cilindrata del motore di un calciatore, ma anche il livello soglia di sforzo oltre la quale l’organismo non riesce più a utilizzare l’ossigeno ma va in carenza. Quando non si riesce a usare più l’ossigeno si utilizzano carburanti d’emergenza, l’acido lattico. Si deduce quindi la soglia di un atleta che è un valore importante. Se l’atleta fosse una nave, sarebbe la velocità di crociera oltre la quale i motori si surriscaldano. È un test che non ha un valore strettamente emergenziale, non ti dà un quadro di uno stato di salute ma dà un livello prestazionale”.
ERA UN TEST IN CALENDARIO? – “Penserei, per il tipo di test, che era calendarizzato. È stato fatto a inizio stagione e adesso a 2/3 di stagione viene rifatto”.
QUAL E’ LO STATO DI FORMA DELLA SQUADRA – “Il numero di infortunati è altissimo per tutte le squadre e sono dati oggettivabili e reperibili. E poi, molto spesso, il livello di corsa e intensità è figlio di uno status atletico ma anche psicofisico. Non è detto che si corra meno perché si ha meno benzina, ma magari si è più stanchi mentalmente. Può esserci un concerto di fattori, la mente comanda tutto”.
KOOPMEINERS – “Gasperini ha parlato di Koopmeiners come un atleta con una potenza aerobica molto alta. Vuol dire che è molto performante e si stanca più tardi e può correre tanto. Lui corre tanto, ma lo vedo un po’ monocorde. Non dimentichiamo due cose: ha saltato la preparazione con il gruppo e ha lavorato in solitaria con delle sue metodiche che non conosciamo. E non sottovalutiamo l’infortunio alle costole. La respirazione è condizionata e tutto questo va a incidere nella performance”.
QUESTO SI TRASCINA NEL TEMPO? – “Nulla è certo, ma può aver influito. Sicuramente incide”.
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