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  • Confronto squadra-dirigenza negli spogliatoi del Franchi. Le richieste di Giuntoli a giocatori e allenatore

    Confronto squadra-dirigenza negli spogliatoi del Franchi. Le richieste di Giuntoli a giocatori e allenatore

    • Cristiano Corbo, inviato a Firenze
    Puntuale. Per evitare taglia e cuci, per evitare qualsiasi ricostruzione, persino quelle storiche. Le parole di Cristiano Giuntoli sono state immediate perché non c'è altro da fare in questo momento che mettersi tutti in discussione, e non farlo solo nella direzione dell'allenatore. Il crollo verticale avuto dalla Juventus è stato tutto quello di cui si aveva più paura. Il progetto è stato messo in un angolo, e in quell'angolo gli uomini saranno guardati faccia a faccia, volto su volto. 


    Il confronto immediato


    Lo si farà nei prossimi giorni con chi resterà alla Continassa, lo si è già fatto nella pancia del Franchi, dove la squadra è rientrata poco dopo il fischio finale e gli insulti piovuti dalla curva, e dove lo stesso Giuntoli è sceso praticamente subito. Da parte del direttore, una richiesta su tutte le altre: onorare la maglia, non buttarsi via. Perché ora non c'è solo l'obiettivo del quarto posto, ma diventa praticamente un obbligo per evitare situazioni ben peggiori. 

    La scelta di andare oltre Motta è un chiaro segnale di responsabilità collettiva, è la decisione definitiva di non gettare tutta la croce addosso all'allenatore, ma di dare una porzione concreta di colpa pure ai giocatori. Che ora, soprattutto ora, non possono nascondersi e non possono più fermarsi. Come raccontato dallo stesso Giuntoli, ci si aspettava una reazione di pancia da parte della squadra - "era sempre arrivata" -, e per la prima volta la delusione ha seguito il filo d'intensità della preoccupazione.


    Da chi si chiede di più?


    Difficile fare soltanto un nome, più chiaro che si tratti di un appello generale. All'unità di intenti, alla forza bruta di chi si trova in difficoltà, alla voglia inevitabilmente forte di rialzarsi. Il punto è esattamente questo: mentre tutto attorno nota una squadra in completo disfacimento, a credere ancora e di più nelle qualità umane e calcistiche di questo gruppo è la dirigenza. Molto probabilmente perché non ha alternativa. 

    Di sicuro, si chiede di più a Thiago Motta. Di essere una bussola in piena tempesta e nel bel mezzo di una foresta scura. Il tecnico ha dimostrato di essere disposto a cadere, ma con le sue idee e con i suoi uomini. Fare un passo indietro, almeno lì, potrebbe essere l'ancora di salvezza.

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