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"Il derby di Torino? È acceso soprattutto grazie alla tifoseria del Toro. Sono loro l'anima della sfida. I sostenitori della Juventus invece sono sparsi ovunque nel mondo" parole apparentemente semplici quelle di Claudio Marchisio in un podcast ma che hanno scatenato l'ira dei Drughi, il gruppo ultras della Juventus. L'ex calciatore ha concesso un'intervista a La Stampa. Le sue parole: 


Claudio Marchisio risponde agli ultras, le parole


CAUSA- "Non bisogna mollare. Porto avanti e condivido battaglie in cui credo, pensando anche ai miei figli, mi sento responsabile. Non mi tocca il contenuto dello striscione ma non posso permettere che qualcuno si senta autorizzato a reagire cosi ad un'opinione". 

PRETESTO- "Siamo in un mondo in cui bastano pochi frame per pensare di conoscere la realtà. Come succede con il var nel calcio: un colpo isolato alla caviglia ed è subito rigore ma riguardando le immagini la realtà è diversa. Mi ero preparato dovendo parlare di percentuali di tifosi, ho solo riportato ciò che avevo letto".

STRISCIONE- "Non è normale andare con uno striscione davanti ad un locale di cui non sono nemmeno unico socio. Mi lascia perplesso che nel mondo del calcio si possa fare tutto quello che passa per la testa, non generalizzo ovviamente".

CALCIO- "È lo specchio della vita: di una società che ha dei problemi ma anche da qui si deve partire. Quando si esprime un'idea si mette in conto che si possa generare un confronto anche fermo con chi non è d'accordo. Ci deve però essere un limite e quando superato la risposta non deve essere il silenzio. Lo insegno ai miei figli ed ai miei assistiti. Ben venga il coraggio di opporsi al malcostume di un calcio dove vale tutto". 

MESSAGGIO- "Per fortuna ci sono tanti esempi di sportivi o volti noti che non hanno paura di esprimersi. Ben venga la discussione, ma non deve generare odio. Basta lasciar perdere", 

DIFESA DELLA JUVENTUS- "La mia passione bianconera risale all'infanzia: papà e mamma mi portavano allo stadio e andavo ad allenarmi con la maglia che avevo sognato. Nessuno può far leva su una dichiarazione basata su un dato per mettere in dubbio la mia fede. Non ho mancato di rispetto i tifosi e quelli veri lo hanno capito, sono la maggioranza".

THIAGO MOTTA- "Non mi sorprende il suo percorso da allenatore, già in campo faceva valere le sue idee e consigliava i compagni. Ha fatto bene ad accettare, gli si deve dare tempo di costruire".

NAZIONALE- "Da italiano sono rimasto male, ci vuole equilibrio: non eravamo i favoriti ma non siamo i peggiori. Nel calcio può succedere di tutto".

COSA DIREBBE A CHI L'HA OFFESO- "Cercherei il confronto, quello che avrei voluto dall'inizio. Da persone civili e senza vederli dietro ad uno striscione per sentirsi più forti".

 



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