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Paolo Ziliani, sulle colonne del Fatto Quotidiano, si sfoga con un lungo editoriale intitolato “Vita da giornalista: 40 anni di querele”.

“Io ho fatto per più di 40 anni il giornalista sportivo. Nel 1983, al Giorno, in coppia con Claudio Pea, denunciai lo scandalo della partita truccata Genoa-Inter 2-3: ne nacquero due inchieste, una penale a Genova del magistrato Fucigna sul Totonero (soldi scommessi sulla partita anche da tesserati) e una sportiva, affidata all’inquirente federale Ferrara-Ciboldi, che portò Inter e Genoa a processo: l’ordinamento sportivo s’inventò per l’occasione l’assoluzione per insufficienza delle prove (non contemplato fino ad allora dai regolamenti) e non mandò in B i due club. L’Italia era appena diventata campione del mondo in Spagna, il Palazzo non poteva permettersi un nuovo scandalo-scommesse (…)".

"Sono stato querelato per diffamazioni anche da Massimo De Santis, Tiziano Pieri, Antonio Conte, Mark Iuliano, Marco Borriello, solo per stare ai nomi più noti: mia moglie e mio figlio hanno vissuto in uno stato di comprensibile e continua preoccupazione, ho speso soldi per gli avvocati che mi hanno difeso nelle cause che non riguardavano né Mediaset né il Fatto Quotidiano, ho chiuso i miei trent’anni a Mediaset messo in un angolo dopo che Andrea Agnelli, un’estate, chiese il mio licenziamento a Claudio Brachino (restai al mio posto, ma venne di colpo chiusa la trasmissione che curavo da 5 anni, La Tribù del Calcio) e vuoi sapere la ciliegina sulla torta? Due giornalisti toscani, tifosi juventini, la primavera scorsa mi hanno denunciato all’Ordine dei Giornalisti (motivo: diffamerei la Juventus) e il Collegio di Disciplina ha discusso il mio ultimo caso nella sua ultima riunione”.