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A Gazzetta, il doppio ex Zigoni ha parlato della super sfida tra Inter-Juve: "E’ l’unico che ho vinto, quindi ci sono particolarmente affezionato. Io da piccolo ero tifoso dell’Inter perché il mio idolo era Lennart Skoglund. Fargli gol quasi mi provocava un dispiacere. Nello scontro diretto in quella stagione non ha segnato, però il dispiacere gliel’ha dato bello grosso, facendo gol nell’ultima di A che assegnò lo scudetto. Tutto merito di Heriberto Herrera, che fino alla fine ci ha tenuto sulla corda. L’Inter era davanti e noi a un certo punto avevamo mollato, lui continuava a ripeterci che non era ancora finita. Ecco, Conte me lo ricorda: è un bel martello come il nostro Heriberto. La gara della svolta? La sfida di ritorno a Torino: vincemmo 1-0, mancavano tre giornate alla fine, loro ne pareggiarono due e poi persero col Mantova, vanificando il tesoretto di punti di vantaggio, mentre noi battemmo la Lazio. Quella era un’Inter fortissima, tecnicamente superiore. Noi eravamo una squadra operaia".