GLI ESORDI - "Io e gli scout dello Young Boys lo notammo nel 2015, quando aveva 19 anni, nella seconda squadra del Servette. Di Denis, che già a quel tempo era un centrocampista, ci colpirono il fisico, la presenza atletica, la progressione e l'abilità nel recuperare palloni. E poi la mentalità: già allora aveva una gran fame. Per tutte queste ragioni decidemmo di portarlo allo Young Boys".
IL SALTO - "Non sono stupito perché Zakaria ha la mentalità della Juventus: è un gran lavoratore. Negli ultimi anni ha superato un brutto infortunio e si è migliorato. In Denis ho sempre visto qualcosa di Pogba, ma diciamo che Zakaria è soltanto Zakaria: un giocatore che non ti lascia mai solo in campo. È un uomo molto importante per l'economia e gli equilibri di squadra. Recupera tanti palloni, ma poi è subito pronto a far ripartire il contropiede. È un centrocampista moderno, aggressivo, molto utile in fase difensiva. Denis è come un muro davanti alla difesa. È già un centrocampista di livello internazionale e sono convinto che in Italia, completandosi dal punto di vista tattico, diventerà ancora più forte".
RUOLO - "Si esalta davanti alla difesa, con un compagno accanto, come nella Svizzera con l'atalantino Freuler. Nei mesi scorsi Denis ha avuto un ruolo importante nella Nazionale che si è qualificata per il Mondiale in Qatar chiudendo il girone al primo posto, davanti all'Italia".
VLAHOVIC-JUVE - "È un attaccante giovane, ma già forte: ottimo colpo".