Se ne parlava da anni. Si riuscì a “incastrare” il Chievo e Il Cesena solo grazie a intercettazioni perché il dato, si diceva, non era misurabile. Come fai a quantificare il talento di un calciatore? Come fai a dire che quelle doti di palleggio valgono tanto, che il suo carattere da solo può valere, che so, 4/5 milioni, che la sua visione di gioco altrettanto? Magari misuri lo scatto su 50 metri, ma il resto? E invece no! Dove abbiamo vissuto fino ad ora? O peggio, perché non abbiamo voluto vedere che la soluzione era a portata di mano? Vuoi sapere il valore d’un calciatore? C’è Transfermarkt!
Ma come? Quel sito che guardano i ragazzini per fare le loro squadre ideali, per sognare la prossima formazione? Transfermarkt? La prova “scientifica” (età, carriera, trasferimenti…) la carta d’identità amministrativa d’un giocatore a portata di mano. Poco importa che in quel sito non ci sia nemmeno un algoritmo o, come avrebbe dichiarato qualche collaboratore, ci si scriva per divertimento.
Bastava un po’ di buona volontà, magari dando qualche avvertenza, fuori dai canali ufficiali, prima o dopo un tempo massimo, alla COVISOC ed ecco che si potevano scoprire gli altarini, ottenere finalmente il valore “oggettivo”, incontrovertibile, scientifico, appunto, del valore d’un giocatore. Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima?
Già. E perché non ricorriamo anche al Fantacalcio o, se vogliamo diventare milionari, non ci buttiamo sul Monopoly?