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Una lunga intervista per raccontarsi a tutto tondo. Dusan Vlahovic parla di sé e ripete spesso: «Io non m’accontento». Alla Gazzetta parla di mercato (QUI LA PRIMA PARTE) e non solo: "Io non voglio arrivare a 40 anni e avere rimpianti, tutti i giorni cerco di migliorarmi. La mentalità è tutto".

INTER - «Sappiamo di essere forti, non è stata una partita facile contro la favorita per lo scudetto e il pari ci dà ancora più convinzione: significa che siamo lì».

SOGNO SCUDETTO - «I calciatori devono sempre sognare, tutti abbiamo i nostri obiettivi, personali e di squadra. La priorità è tornare tra le prime 4 e giocare di nuovo in Champions League, poi vedremo come siamo messi in classifica e che cosa possiamo fare. Tutti nello spogliatoio abbiamo l’ambizione di vincere perché la maglia della Juventus ci chiede questo».

OBIETTIVI - «Aiutare di più la squadra. Gol e prestazioni servono a raggiungere traguardi collettivi».

3 GOL DI DESTRO - «Tutto è frutto del lavoro. Nel nostro mestiere si può sempre migliorare, posso farlo io che sono giovane così come chi è a fine carriera. Basta guardare Cristiano Ronaldo. Questa è la mia quotidianità, io tutti i giorni mi concentro sia su ciò che so fare bene sia su quello che mi viene meno naturale. Solo così diventerò un giocatore completo. Il segreto è non fermarsi mai. Il calcio è andato troppo oltre, se vuoi diventare un top player non puoi permetterti di avere tanti difetti. I calciatori sono sempre più tecnici e fisici. Io non tralascio niente e mi auguro che i risultati si vedranno».

GATTI - «Fin dal primo giorno è scattato qualcosa. Sono rimasto stupito da quello che ha passato e come è arrivato fin qua. La sua storia può essere un esempio per i bambini, dentro c’è tutto: non mollare, crederci sempre perché tutti i sogni si possono avverare con il duro lavoro. Gattone è sempre sul pezzo. Adesso vuole farmi leggere un libro... E’ un bravo ragazzo ma non è il solo, siamo un bellissimo gruppo e il clima qui è molto positivo».

MEDICO MANCATO - «Dopo le elementari mia madre desiderava che io facessi un doppio percorso, giocare a calcio sì ma senza tralasciare la scuola. Ho frequentato un istituto che ti prepara per studiare medicina, poi sono entrato in prima squadra e non ce l’ho fatta più, perché era molto complessa. Mi sono iscritto a una scuola normale per finire le medie, avevo già deciso che cosa avrei fatto da grande».

BASKET - «A 5 anni praticavo basket, però tutti gli amici del quartiere giocavano a calcio così ho chiesto a mia madre di cambiare. Alla Continassa hanno tolto il canestro, ma Allegri sa che quando vorrà potrà sfidarmi. E’ sempre un piacere giocare con lui perché ha una mentalità vincente che riesce a trasmetterti. Lui vuole vincere sempre, come me».

ALLEGRI VINCE LE SFIDE - «Diciamo che la gira sempre in maniera tale per cui il vincitore risulta lui, ma la competitività fa sempre bene perché aiuta a crescere come mentalità. Allegri è un allenatore vincente e avere uno come lui in panchina è un grosso aiuto. È la cosa che mi ha colpito subito di lui».

CAMBIAMENTO - «Quando giochi nella Juventus la scintilla ti deve scattare per forza perché hai l’obbligo di vincere sempre. Siamo un gruppo solido e consapevole, a volte soffriamo e questo ci unisce ancora di più. Siamo partiti molto bene, andiamo avanti gara per gara e a fine campionato tireremo le somme».

CHIESA - «Ci conosciamo dalla Fiorentina, siamo simili perché siamo tutti e due molto ambiziosi. Siamo amici anche fuori dal campo, è sempre bello giocare con lui. Lo scorso anno è successo poco, ma ora stiamo tutti e due bene fisicamente e dobbiamo fare il nostro. Siamo molto diversi ma l’intesa ci viene naturale. Non abbiamo bisogno di parlarci, conosciamo i movimenti uno dell’altro. Siamo partiti bene e speriamo di andare avanti così».

ALTRI ATTACCANTI - «Ho saltato alcune partite e sono rientrato piano piano. Però non vorrei fare paragoni perché viviamo in contesti diversi. È un campione del mondo e posso solo complimentarmi. Lui, Osimhen e Giroud sono grandissimi attaccanti, io però credo in me stesso e non ho nulla da invidiare a nessuno».

TONI PENSA CHE SIA DA 20 GOL - «Io ci credo, se lo dice lui che è campione del mondo e ha segnato tanto in carriera ancora di più. Farò di tutto per dargli ragione».