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Una notte da incubo, una notte che Dusan Vlahovic non dimenticherà facilmente. L'attaccante serbo è il protagonista delle occasioni mancate, il volto di un pari che sa di sconfitta. E che determina la grande differenza tra ciò che i bianconeri avrebbero potuto essere - con i suoi gol - e ciò che invece non sono, almeno classifica alla mano. Si rafforza dunque un credo condiviso: con un'alternativa al serbo, molto probabilmente la Juve avrebbe raccolto di più. O meglio: di sicuro qualche pari si sarebbe trasformato in vittoria. 
 

La partita di Vlahovic in Juventus-Parma


Ma cos'è mancato, alla gara di Dusan? Nel periodo forse migliore, dopo essersi sfogato pure a San Siro e aver rotto un tabù, Vlahovic è stato il grande rammarico di Thiago Motta. Oltre alle due occasioni gettate alle ortiche - una clamorosissima -, è rimasta a galla per 90 minuti la sensazione che fosse praticamente distante da tutto il contesto, che ci provasse con la consapevolezza di non riuscirci mai. 

Capitano, certe notti. E capitano più spesso a DV9, che avrà sempre i numeri dalla sua parte, ma la costanza di rendimento no, quella è un'altra roba, che magari avrà o che magari non riuscirà mai ad avere. A prescindere, tutto questo peso sulle spalle del Nove era il grande scenario da evitare e puntualmente offerto dall'ultimo mercato. A gennaio si saprà rimediare? O ci ritroveremo a fare i conti con le ambizioni mancate e le difficoltà già analizzate al microscopio? L'ultima partita di ottobre ci consegna l'ennesima responsabilità addossata per l'ennesima volta al centravanti, persino quando tutto sembrava girare a meraviglia. Buona fortuna a uscire dal tunnel: ne avrà bisogno.