Domande, ipotesi, illazioni. Si parte sempre dalla ventina di goals segnati in pochi mesi in maglia viola, dalla prepotenza atletica, dalla sua voglia di strafare e si arriva a decine di partite stentate (poche le buone), agli stop mancati, alla palla in tribuna. La potenzialità è grande, l'atto ossia la potenzialità realizzata, assai meno. E qui, appunto, tutta una serie di interrogativi come si conviene a ogni grande dilemma.
Il primo è: gli fa male la Juventus o è lui che non riesce a far bene alla Juve? Il secondo: Allegri ha capito come farlo giocare o lui non ha capito Allegri? Per mesi l'allenatore labronico ha detto che Dusan doveva stare più tranquillo, che la sua era una “questione di testa”: troppo furore insomma, quando - manco a dirlo - sarebbe stata necessaria più calma (“halma”). Ma non è facile che un carattere impetuoso e un centravanti “da sfondamento”, come si diceva un tempo, possa giocare col freno a mano e diventare un raffinato palleggiatore capace di dosare gli intervalli di tempo. Il pericolo è che si snaturi del tutto.
Certo, resta il mistero della completa guarigione dalla pubalgia, vera e propria rogna per ogni calciatore, però con buona dose di certezza, l'ossessione del goal che non arriva fa la sua parte negativa. Comunque, a volte, basta poco. Sì: basterebbe segnare una o due reti, anche se poi magari te le annullano al Var. Guardate Kean: ne ha fatte due bellissime cancellate per un'inezia. Veramente lo stesso Kean, già prima, aveva propiziato la vittoria col Milan, giocando un gran primo tempo. Comunque, anche per lui, quello che pare un bel risveglio arriva dopo un'annata grigia, anch'essa zeppa di errori marchiani dovuti alla troppa precipitazione. Ora, dopo due partite, sembra rinato.
Già, ci vorrebbe pazienza, ma giocando ogni tre giorni regna, invece, l'impazienza. Solo che quest'anno, la Juve di partite ne gioca una alla settimana. Ci sarebbe quindi, anche per Vlahovic più tempo a disposizione, ma fra un po' il suo contratto raddoppia e, d'altra parte, a ogni prestazione grigia lui, invece, rischia di valere sempre meno.
E qui un altro dilemma: venderlo o non venderlo? Oppure (realisticamente): venderlo o svenderlo?