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"Un indizio è solo un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Si possono prendere in prestito le parole di Agatha Christie tra il derby e la partita di Champions col Villarreal, concedendo a Dusan Vlahovic quindi ancora una partita prima di puntare i riflettori su una sua condizione oggettivamente precaria. Perché l'effetto DV7 sul mondo Juve è stato devastante, in meglio: ha ricreato entusiasmo dentro e fuori dal campo, ha permesso a Max Allegri di avere il centravanti che prima mancava donando anche il coraggio per varare un tridente vero. Poi però dopo i gol con Udinese e Sassuolo è arrivato un mezzo flop con l'Atalanta a livello individuale, all'interno comunque di una prestazione incoraggiante a livello collettivo. Contro il Toro, però, la Juve è durata proprio poco. E Vlahovic non si è mai visto. Un po' perché Bremer lo ha sovrastato sotto ogni punto di vista. Un po' perché esaurito l'effetto iniziale, sta venendo fuori la necessità di aver bisogno di tempo per inserirsi nel mondo Juve dopo il primissimo positivo impatto iniziale. 

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Non solo perché è costato a conti fatti novanta milioni, ma perché è stato preso subito per fare la differenza e cambiare la Juve. Trascinandola per centrare la zona Champions e andare il più avanti possibile in Europa. Non per una settimana da fenomeno e un'altra di apprendistato. E ora per la prima volta in Champions dovrà dimostrare di essere quello già pronto, a tutto". 

Da calciomercato.com