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Non è finita al fischio finale, la partita tra Dusan Vlahovic e la curva. Dopo la rabbia, il nervosismo, il botta e risposta ravvicinato tra l'attaccante e alcuni esponenti della tifoseria organizzata, questi ultimi (in buon numero) si sono spostati all'esterno dello Stadium, nella zona dalla quale va via la squadra, insieme ad alcuni tifosi in arrivo dalla tribuna centrale. Tutti aspettavano DV9. Per un confronto. Per capirsi. O semplicemente per continuare quanto iniziato all'Allianz Stadium. 


Il rapporto tra Vlahovic e la curva


E l'incontro c'è stato, seppur protetto dai vetri scuri della macchina. E dalla sicurezza. Vlahovic ha lasciato correre ma ha sentito ogni parola scorrere su di sé, e non erano per nulla tenere. Anzi, c'è chi è andato ben oltre il calcio, attaccando la sfera privata e minacciando provvedimenti. Dunque ritorsioni. Linguaggio da curva, al quale Dusan non ha replicato, impaziente com'era di mettersi tutto alle spalle, la partita come la contestazione. 

E' in generale la prima volta che tra Vlahovic e la curva della Juventus si innesca questo meccanismo. Che i tifosi fossero insoddisfatti di alcune prestazioni è legittimo immaginarlo, ma la risposta del serbo nella partita di ieri ha acceso una miccia che sembrava covata da tempo, per questioni economiche - Dusan è il giocatore che guadagna di più in squadra - e naturalmente tecniche. Il fatto che i numeri siano dalla parte del serbo, evidentemente, non basta. Non se si manca di rispetto, nell'ottica della Curva.