"1. Sul tavolo del governo c’è il possibile obbligo di super green pass, la certificazione che si ottiene solo con il vaccino o la guarigione dal Covid negli ultimi sei mesi. Che cosa comporterebbe per il calcio e lo sport?
Gli scenari possibili sono soprattutto due. Il primo: si decide per l’obbligo di super green pass, probabilmente a partire dal primo febbraio, per consentire a chi non l’ha fatto di vaccinarsi, per i 23 milioni di lavoratori. Il secondo: il super green pass non vale per tutti, ma per impianti sciistici, palestre, piscine, sport di squadra e di contatto. In pratica dal 10 gennaio per tre quarti dei 12 milioni di tesserati alle federazioni e agli enti di promozione. Resterebbero fuori, per citare le discipline più popolari, solo tennis (e padel), atletica e ciclismo.
2. E i calciatori e in generale i professionisti? Rientrano nell’obbligo?
Nel primo caso, sicuramente sì. Nel secondo, c’è qualche dubbio legale che ancora non si è dissipato.
3. Qualche deroga in vista?
Più che una deroga, il problema è trovare un ombrello normativo che protegga i club da eventuali cause di giocatori no-vax, a quel punto sarebbero esclusi da ogni attività.
7. Quindi il campionato è ancora in mano alla discrezionalità delle Asl?
Il loro ruolo si è ridotto. Ora la Asl può intervenire solo nel caso di un contagio esteso, insomma di un focolaio. La quarantena per i contatti stretti dei positivi non è prevista per chi ha avuto la terza dose o la seconda da non più di 120 giorni. C’è però l’obbligo di una “autosorveglianza” e dell’uso della mascherina FFP2".