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Cambiano gli scenari, cambiano i dirigenti, ma le domande sembrano sempre le stesse: perché non si difende la Juve? Perché non si scende in campo e si mette il club al primo posto? Le risposte di Ferrero e Scanavino svelano persino una scia di notizie: dai rapporti con Consob alle trattative per il nuovo sponsor, passando per le possibilità del piccolo stadio (per Women e Next Gen) e chiudendo - anzi, iniziando - con i procedimenti chiusi e quelli aperti, per la società e per i singoli calciatori. Vedi le situazioni di Pogba e Fagioli

LE DOMANDE - Gli azionisti - o almeno, coloro i quali hanno preso la parola - si sono succeduti con temi e argomenti di enorme complessità eppure trattandoli in maniera estremamente leggera. C'è chi ha chiesto della nuova linea comunicativa della società, chi ha accusato Ferrero di essersi "calato le braghe", chi invece ha auspicato la cessione del club. "Ma che i nuovi proprietari non siano arabi, cinesi o rabbini". Ecco, giusto per non farsi mancare nulla. 

LA CURIOSITA' - Nessuno ha parlato delle prestazioni della squadra, mentre l'attesa per la sfida con l'Inter era palpabile - c'è chi ha chiesto la vittoria come regalo di compleanno -, così come l'eccitazione nel rivedere una squadra in grado di competere per il vertice. Se la squadra è salva almeno da quel punto di vista, resta in bilico la posizione del club agli occhi degli azionisti: è stato fatto davvero tutto per uscire indenni dalla tempesta della scorsa stagione? L'arrendevolezza mostrata dalla proprietà - così raccontata dai partecipanti al dibattito - è stato il tema cruciale e ha superato persino l'analisi dei numeri. Del 2006 e di Calciopoli, soltanto qualche traccia. Del futuro, giusto un accenno.