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E’ la sua partita. Edwin van der Sar, ex portiere della Juventus e oggi amministratore delegato dell’Ajax, parla a La Gazzetta dello Sport nel giorno del match di Champions League ad Amsterdam. E ricorda così i 24 mesi trascorsi in bianconero: “Non ho giocato al mio livello, ma ho imparato una lingua, un modo di mangiare. Andavo al ristorante alle sei, sei e mezza di sera. Ovviamente mi dicevano di tornare alle 9 ed era incredibile, in Olanda alle cinque e mezza già cenavo. Poi i miei figli: andavano all’asilo, parlavano italiano, mia figlia è nata da voi”.

IL SÌ ALLA JUVE - “Il giorno in cui parlai con la Ju­ve mi chiamò il fratello di Ferguson: ‘Vieni allo United, ti voglia­mo al posto di Schmeichel’. La Juve però mi aveva spiegato tut­to mezz’ora prima: decisi per Torino”.

CHAMPIONS LEAGUE - “La Juve è una seria candidata, con Ronaldo e l’organizzazione del club, a partire da Agnelli. Conosco Andrea da tanto, quando giocavo alla Juve veniva in bus alle partite e a volte parla­vamo. E’ intelligente, alla Juve ha fatto molte cose buone e ora il lavoro all’Eca gli prende molto tempo”.

DE LIGT - “Noi sappiamo che i giocatori a un certo punto accumulano ab­bastanza esperienza e vogliono una sfida più grande, Matthijs è stato straordinario per l’Ajax, il più giovane capitano e il più gio­vane a giocare una finale euro­pea per noi. So che i grandi club sono dietro di lui, è ovvio. Prezzo? Questo dovete chiederlo a Overmars ma noi finanziaria­mente siamo stabili, non abbia­mo bisogno di vendere”.

RONALDO - “Ho giocato con lui fino al 2009. Tanti giovani dicono di voler di­ventare il migliore ma lui lavo­rava per esserlo. Quando gli al­tri andavano sotto la doccia, mi chiamava: ‘Edwin, vieni a pa­rarmi un po’ di punizioni’. Io gli dicevo di prendere il secondo o il terzo portiere, perché io ormai avevo 35 anni, ma lui niente: ‘Vieni tu, voglio segnare al più forte’. Allora andavo. Calciava con la rincorsa a gambe allarga­te e la palla prendeva una traiet­toria impossibile. Ora è diverso, non è più un’ala, corre meno ma segna sempre molto”.