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Senza sbattere la porta, coerentemente con il suo arrivo, che fu senza puntare i piedi. Wojciech Szczesny ha fatto tutto quello che gli si chiedeva di fare, e molto, moltissimo di più. E' stato, Tek, all'altezza di una delle Juventus più forti di sempre. Ed è stato ultimo baluardo in una di quelle più impaurite. 

Senza mai far registrare un calo delle sue prestazioni - certo, qualche uscita a vuoto, ma chi non ne ha avute? -, Szczesny è stato fino all'ultimo giorno un senatore di questa squadra. Con le parole, spesso, e con i fatti, sempre. Quando avrebbe potuto far pesare il proprio status, cioè quando la Juve ha chiarito già alla fine della scorsa stagione che le idee per la porta erano altre, se n'è uscito con un virgolettato che ha rassicurato tutti. "La lealtà è molto, molto importante per me - disse -, se la società ha bisogno del tuo aiuto, mi sento in dovere di dargli una mano".  Chiaro: senza venir meno all'ego, che pure quello deve essere nutrito di qualcosa, e cioè di una buonuscita che sarà ricca. Vincono tutti, e vince soprattutto il rapporto con i tifosi. Senza tirare e senza mollare, perché nella vita il compromesso a volte è fin troppo sottovalutato. 

Che sia da lezione anche ad altri? Dubitiamo. Intanto: grazie, Tek.