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Questa è la Juve. Non ci giriamo attorno. Questa è la Juve e la sensazione è che possa andare anche bene così, ché l'importante è non prendere gol, restare bassi, provare a ripartire e portare a casa la partita. Giochisti e non giochisti, fate spazio: la filosofia ora è il risultatismo. E può arrivare in qualsiasi modo, l'elemento fondamentale sta essenzialmente nel suo arrivo. E nel suo arrivo c'è praticamente tutta la fatica dei gol che arrivano col contagocce, del gioco che non gira mai con fluidità, di una squadra senza alternative alla passività. I passi in avanti sono sempre laterali, con le mani dietro la testa. Adagio adagio, quasi come a non voler dar fastidio. 

POVERA D'OCCASIONI - E così è andata, e così spesso andrà. Perché la Juve s'allarga e non stringe, s'adatta ai guizzi di Miretti e tutto il resto sono giocatori e pollici che girano. La sensazione è che l'attacco resti ancora un reparto differente, staccato dallo scheletro di una squadra bloccata soprattutto nei pensieri. La povertà d'occasioni è una naturale conseguenza. E l'altrettanto naturale risultato è la siccità di chance e quindi di gol. Direbbe Max: è molto semplice. Ed è incredibilmente scontato. Ed è francamente complicato capire come uscirne, se aumentando il peso dell'attacco (in questo Di Maria sarà fondamentale), se irrobustendo il centrocampo e dando un'iniezione di qualità (qui, ecco, Paredes). 

ATTACCO A 2 - In questo la partita può fornire spunti, persino soluzioni. Visto Milik? Sarebbe faticoso il contrario. E sarebbe altrettanto complicato non intuire la possibile, prossima mossa di Allegri. Arek l'ha persino confessato in conferenza: non è qui da comprimario, ma è alla Juve per giocare e può farlo pure con Dusan di fianco. Alla fine, vuoi vedere che una quadra perfetta si fa quadrato? Due sulle fasce e due al centro: l'acquisto meno acclamato, può rivelarsi il più funzionale.