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"Entro con la mia faccia pulita perché non ho niente da nascondere, orgoglioso di quello che sono, sempre innamorato della Juve". Le parole sono di Umberto Toia, la maglia che indossa è quella di Tradizione Antichi Valori, storico gruppo del tifo organizzato bianconero. Al suo fianco, gli avvocati Monica Arossa ed Ennio Galasso: "Ho speso la mia vita a sostenere una bandiera e una società in cui credevo, e adesso tutto questo viene tradotto in accuse", le sue parole a Torino Cronaca. Accuse che rimanda al mittente, soprattutto quella d'estorsione. Si dice incredulo, è sconcertato. E il rammarico pare palese. 

LAST BANNER - Ieri c'è stata l'udienza preliminare presso il carcere Le Vallette di Torino: iniziato il processo contro 22 rappresentanti del tifo organizzato della Juventus, accusati Ho speso la mia vita a sostenere una bandiera e una società in cui credevo, e adesso tutto questo viene tradotto in accuse. Tutto è nato dall'inchiesta Last Banner condotta dalla Digos: sotto l'occhio delle autorità, i comportamenti dei più importanti esponenti del tifo organizzato. 

LA JUVENTUS - La Juventus, rappresentata dal legale del presidente Andrea Agnelli - l'avvocato Luigi Chiappero - e da quello dell'addetto ai rapporti coi tifosi Alberto Pairetto ha depositato la richiesta di costituirsi parte civile in virtù delle ripetute minacce e tentativi di estorsione subiti dal 2014 al 2016 per mano degli ultras oggi imputati. Nell'atto si è lamentato "ingente nocumento, patrimoniale e non, arrecato alla Juventus nella persona del suo legale rappresentante". E poi: "le minacce nei confronti del medesimo l’esposizione in luoghi pubblici di striscioni e cartelli offensivi» costituiscono «condotte intimidatorie". L'ha scritto Chiappero per conto del Presidente, che ora pretende un risarcimento per danni. L'intenzione è quella di aiutare Candiolo e la ricerca contro il Covid.