Come riferisce calcio e finanza, il tema ruota attorno ai principi contabili internazionali IAS/IFRS, emanati dallo IASB (International Accounting Standards Board). In caso di scambio alla pari la UEFA chiede, nei calcoli ai fini dei conti per il FPF, di utilizzare questi principi contabili. Ma in cosa consistono? Come spiegato dal Porto, club quotato in borsa (come la Juve) e che applica tali principi: " “Nelle operazioni di acquisizione e cessione di diritti pluriennali dei calciatori con la stessa controparte, per le quali non esistono evidenze quantitative corroboranti, supportate da tecniche di valutazione, che dimostrino che il fair value (valore equo) può essere determinato in modo attendibile, i diritti pluriennali dei calciatori acquisiti devono essere valutati al valore contabile dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori ceduti".
Per fare un esempio, se due giocatori vengono valutati entrambi 10 milioni in uno scambio, non ci sarà plusvalenza per le società visto che la cessione sarà riportata al valore netto residuo a bilancio (ovverosia il costo storico tolti gli ammortamenti). A meno che non ci sia una valutazione attendibile che dimostri il valore equo dei giocatori. Come? Nelle ultime settimane era emero lo scenario per cui fosse proprio la UEFA a valutare questo tipo di operazioni. Se invece lo scambio prevedesse anche un trasferimento di denaro, valutando ad esempio un giocatore 15 milioni e un altro 25, con una differenza quindi di 10 milioni, la plusvalenza potrà essere considerata solo prendendo in esame la cifra dell'eventuale differenza cash.