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Guido Vaciago analizza il momento della Juve nel suo editoriale su Tuttosport: "La quarta sconfitta in nove partite, l’ennesima causata da un errore difensivo individuale, arriva all’ultimo secondo dell’ultimo minuto, ma nasce nel primo tempo, dove l’esperimento del 4-3-3 sembra giovare solo a Federico Chiesa, lasciando il resto della squadra completamente spaesato e in balia delle verticalizzazioni della Lazio. È più solida, la Juventus, quando torna alle abitudini del suo 3-5-2, che, sì, sterilizza il dominio Lazio (almeno fino al 94’), ma non produce niente di pericoloso. I bianconeri danno la sensazione di impotenza offensiva, ovvero una sostanziale incapacità di costruire un tentativo efficace e che solo una circostanza fortuita possa portare gli uomini di Allegri al gol. Per la gente juventina è una sensazione frustrante e inquietante, fors’anche perché sulla panchina della Lazio vedono Igor Tudor, un anno fa ipotesi per la panchina bianconera, che non ha certo cancellato i limiti tecnici della Lazio, ma le ha dato agonismo, concentrazione e capacità di togliere il respiro all’avversario, aggredendolo fino alla fine (come invece vorrebbe il motto juventino). Insomma, la Lazio conferma l’idea che qualcosa di più, anche con una squadra che deve ricorrere a Nikola Sekulov, si possa fare, se non altro a livello di spirito, che la Juventus ha smarrito". 

E ancora: "Martedì un altro confronto con la Lazio, questa volta a Torino, metterà in gioco un pezzo della finale di Coppa Italia: sarà interessante verificare se l’idea di vincere un trofeo riconsegnerà un’anima alla squadra di Allegri. Sarebbe importante per i tifosi, non tanto per quelli che sbraitano arrabbiatissimi, ma soprattutto per la grande maggioranza di quelli che soffre in silenzio, rispettosa dell’amore per la squadra, ma silenziosamente avvilita da tanta ingiustificata mediocrità".