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Tuttosport ha intervistato Mladen Milinkovic, allenatore al Buducnost del 17enne Vasilije Adzic che dalla prossima stagione indosserà la maglia della Juve.

FORTISSIMO - "In un solo concetto posso dire che concordo in pieno con quanto dichiarato dal nostro direttore sportivo Andrija Delibasic e cioè che “Adzo” è la cosa più bella che abbiamo visto nel calcio montenegrino da quindici anni a questa parte. Più che forte: fortissimo. A cominciare dalla sua testa, dal suo cervello, dalla sua mentalità. Parli con lui e dopo due minuti al massimo ti accorgi di quanto sia maturo, di quanto sia diverso da tanti suoi coetanei che si sono auto-distrutti appena guadagnati i primi soldi importanti come calciatori... Vasilije ha solo 17 anni ma di testa ragiona come un ventottenne... ". 
 
IN CAMPO - "È talmente bravo che gli ho concesso, d’accordo col ds Delibasic, più libertà sul terreno di gioco affinché possa sprigionare appieno il suo grande talento. Normalmente non si fanno queste cose con un teenager, ma lui è così bravo da meritarlo. Attenzione bene, però: privilegio concesso solo ad Adzic e al massimo un altro ancora. I restanti 9, ovvero 8 più il portiere, devono assolutamente rispettare le consegne tattiche, ci mancherebbe altro. Lui ha tutta una carriera davanti a sè, almeno una quindicina d’anni e più. Deve ancora dimostrare il suo valore in un grande campionato europeo e trovare la regolarità di rendimento. Ma la potenzialità e la classe sono quelle dei suoi illustri predecessori. Ha tutto per diventare uno dei più grandi nella storia del calcio targato “Crna Gora”... D’altronde se uno dei più noti club d’Europa come la Juventus, regina della Serie A, ha deciso di fare un importante investimento su di lui, significa sì che s’aspetta molto da lui, ma anche e soprattutto che lo considera un talento degno di indossare la maglia bianconera...". 
 
PARAGONI - "Difficile dire un solo nome. Lui ha tante doti, un po’ quelle di un calciatore, un po’ di un altro o di altri ancora. È un centrocampista duttile, eclettico. Per me un misto fra Gerrard, De Bruyne, Bellingham e anche un ex juventino: il mio connazionale “Vlado” Jugovic, elemento tatticamente e strategicamente molto importante per i trionfi di Lippi". 
 
LE DOTI - "Il suo giocare sempre a testa alta, anche... dall’alto dei suoi 185 centimetri. Ha una visione panoramica che gli permette di avere sempre due-tre soluzioni di gioco. Fondamentale per un centrocampista. E poi il suo saper proteggere la palla: provate a portargliela via... Impresa ardua. In questo sa usare magistralmente il corpo per difendersi dal pressing e anche dai “tackles” degli avversari". 
 
DIFETTI - "Come no! Il più grave è la disobbedienza a fine allenamento. Mentre i suoi compagni non vedono l’ora d’infilarsi sotto le docce, lui resta lì a provare i calci piazzati, i corner “tagliati”, i palleggi prolungati e i tiri al volo mirando possibilmente il “sette” della porta. A volte scappa pure su un altro campo d’allenamento e si aggrega ai compagni delle giovanili, che poi sarebbero i suoi coetanei, per correre o svolgere ulteriori esercizi ginnici. È irrefrenabile, incontenibile. Che indisciplinato, eh? Io e il mio staff abbiamo il nostro gran bel daffare per riportarlo negli spogliatoi...".

VERSO LA JUVE - "Intanto sta già studiando italiano: capire bene cosa ti dicono il mister, i compagni e i dirigenti di un club straniero è essenziale. Lui poi sogna il debutto con la maglia che fu di tanti campionissimi quali Ronaldo, Zidane, Platini, Del Piero, Nedved, Trezeguet, Buffon e molti altri. È uno che si pone obiettivi e sa sacrificarsi e soffrire per raggiungerli. Nel 2024 debutterà nella Nazionale A, rimasta ora senza ct dopo l’addio di Radulovic ingaggiato dal Libano. Il presidente federale Savicevic ha detto che entro fine mese verrà annunciato il nuovo selezionatore. E nei prossimi anni “Adzo” ha un “target” personale, grazie alla Juve: entrare in lizza per quel magnifico premio che si chiama Golden Boy...".