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Sandro Sabatini, sulle colonne di Tuttosport, riavvolge il nastro dei ricordi alla ricerca di storie ed episodi di "fair play" che hanno caratterizzato negli anni la sfida tra Inter e Juventus

Ecco un aneddoto: "Bella storia da raccontare anche una vicenda che fra qualche giorno, il 14 febbraio, compirà vent’anni. È il 2004 quando Inter e Juve si affrontano in Coppa Italia. Il gol che porta ai rigori lo segna Adani, che esulta togliendosi la maglia per mostrare una scritta: “Francesco torna…”. I più attenti notano perfino i tre puntini di sospensione che alimentano il mistero. Il destinatario del messaggio viene svelato il giorno dopo. È un ragazzo bresciano appena sedicenne, scappato di casa da 48 ore, “senza lasciare tracce”. Si sa che è tifoso interista, si teme il peggio. Parenti e amici fanno appello ai giocatori. Ma la sottomaglia “Francesco torna…” viene indossata solo dall’attuale opinionista Rai, che non era esattamente un bomber, ma… Coincidono i puntini di sospensione e i punti del destino. Per la rievocazione mistica, qualcuno dall’alto ha guidato in rete il pallone colpito da Adani. Per la cronaca asciutta, in quel momento il ragazzino scappato sta guardando la partita in tv alla stazione di Genova. Esulta e sgrana gli occhi quando si vede richiamato a casa. “Francesco sono io”, sussurra a chi gli è vicino in quel momento. E il giorno successivo lo riportano in famiglia. Oggi l’identità di quell’ex ragazzo è sparita dal web. Le cronache dei quotidiani di vent’anni fa mostrano la foto, ma riportano appena l’iniziale del cognome. Troppo poco per rintracciarlo oggi sui social, a distanza di vent’anni esatti. Comunque auguri, Francesco".