Inchiesta Ultras Inter e Milan: cosa rischiano i club sul piano sportivo
Il procuratore Giuseppe Chiné ha aperto una indagine e una volta esaminati i documenti milanesi deciderà se procedere o archiviare. Nel primo caso, specificherà una ipotesi di illecito indirizzando il cammino. L’articolo di cui sentiremo parlare, riferisce Tuttosport, è il numero 25, a tema “Prevenzione di atti violenti”. Il comma 1 sottolinea che “alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente. Per tale violazione si applica la sanzione da euro 10.000 a euro 50.000 per le società di serie A”. Il comma 10 invece specifica che “ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società”. Le sanzioni previste (art. 9) sono le seguenti: ammenda con diffida; squalifica per una o più giornate di gara; inibizione temporanea a svolgere attività in ambito Figc, con eventuale richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa.
Il precedente della Juventus
C'è un precedente di pochi anni fa che riguarda la Juventus come è noto. L'allora presidente del club, Andrea Agnelli, si legge sul quotidiano, venne inibito per un anno (riduzione in appello: 3 mesi più 100mila euro di multa) così come il direttore commerciale Francesco Calvo. Il club ricevette una multa da 600mila euro. Gli organi di giustizia sportiva non ravvisarono, nel 2017, violazioni del “famigerato” articolo 4 che richiama ai “principi di lealtà, correttezza e probità” e contempla financo penalizzazione di uno o più punti in classifica. Finché Chinè non avrà terminato le indagini e si sarà pronunciato, sarà prematuro ritenere a priori che tale articolo possa restare ai margini anche questa volta. La Juventus denunciò, si rese parte civile, collaborò in modo fattivo con le autorità.