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Francesco Gabriele, nato in Svizzera ma di origini italiane, coordinatore delle Nazionali giovanili elvetiche dopo essere stato in precedenza ct di Under 16, Under 18, Under 19 e Under 20 rossocrociate, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui ha parlato in maniera approfondita di Winsley Boteli, attaccante dell'under 19 del Borussia Monchegladbach che è un obiettivo della Juve.

Juve, chi è Boteli: il nuovo obiettivo per il futuro


DIVERSO DA LUKAKU -  "Direi proprio di no. Winsley è un giocatore diverso, non così poderoso di corporatura, ma molto agile, rapido, svelto. Se parliamo di grandi attaccanti d’origine africana, allora lo vedo più simile a Eto’o. Parlo di movimenti, di caratteristiche fisiche, di altezza e di peso. Come questi famosi centravanti c’è in comune la facilità a finalizzare, ad andare in gol. Sapersi trovare al posto giusto al momento giusto. Essere anche cinico sotto porta: doti fondamentali per una punta".
 
LA CRESCITA - "Le premesse e le qualità ci sono tutte. Cresciuto nel vivaio del Servette, è stato acquistato dal Borussia Mönchengladbach nell’estate 2002 quando aveva appena compiuto sedici anni. Fatto già di per sè significativo. In Germania, dove il livello tecnico è molto alto, ha proseguito e sta continuando il percorso di crescita professionale. "Diciamo che ha avuto una visibilità importante, una vetrina internazionale, durante gli ultimi Europei Under 17 dello scorso maggio in Ungheria. Abbiamo eliminato Croazia e Olanda nel girone eliminatorio, siamo arrivati ai quarti di finale dove abbiamo perso ai rigori contro i futuri campioni della Germania dopo l’1-1 dei supplementari. Avevamo persino chiuso il primo tempo in vantaggio, grazie a un gol di Boteli".

FUORI DAL CAMPO - "Un ragazzo solare, molto simpatico, estroverso. Sempre sorridente, ben voluto da tutti, uno che fa spogliatoio. Impeccabile dal punta di vista disciplinare ed estremamente professionale in tutto, a cominciare dal grande impegno che sfoggia negli allenamenti. E già parla bene due lingue: il francese e il tedesco, oltre all’inglese che tutti gli i teenager conoscono. È uno che ha voglia di migliorarsi sempre. Esprime energia positiva".


NON E' UN SOLDATINO - "A Boteli non manca la personalità né il carattere. Sono fattori determinanti se si vuole davvero sfondare. Lui non è il classico soldatino che fa il suo compitino e finisce lì. Si attiene certamente alle mansioni e alle direttive, però sa prendersi le proprie responsabilità, sa sfruttare al meglio il suo estro, sa compiere colpi a sorpresa, a effetto. Lavora su tutto il fronte offensivo e quando la palla è in possesso degli avversari va a fare pressing tornando spesso a dare una mano ai centrocampisti. Attaccante completo e con temperamento. Chi aveva queste doti? L’esempio per me emblematico, il modello da seguire, è quello di Ibrahimovic che anche a 41 anni ha continuato a battersi come un leone e ha aiutato il Milan nella conquista dello scudetto nel 2022. Forse non è stato facile da gestire, ma è uno che ha sempre fatto la differenza e sa bene cosa significhi la parola sacrificio. Il comportamento di un calciatore fuori dal campo, più che dentro il campo, è condizionato dall’ambiente che ha attorno. La famiglia, i parenti, il procuratore (ndr: Boteli, contratto in scadenza nel 2025, ha cambiato agente da poche settimane affidandosi a Chris Mandiangu) e gli amici sono importanti, ma ovviamente bisogna frequentare le persone e l’entourage giusto, altrimenti le cose diventano difficili".
 
LE VOCI DI MERCATO - "La nostra filosofia, la nostra regola qui in Federcalcio è quella di non commentare le voci di mercato. Mi sembra di aver espresso favorevolmente la mia opinione sul nostro giocatore... ".