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Gianluigi Buffon è stato protagonista di una lunga intervista a Tuttosport (QUI la prima parte). Queste le parole dell'ex numero 1 della Juventus: 

TORNARE NEGLI STADI TEDESCHI- "Mi farà tanto effetto. Basta pensare che la prima sarà a Dortmund, dove io ho solo bei ricordi, con la Nazionale per la semifinale del 2006, con la Juventus perché lì avevamo vinto e con il Parma perché ho parato due rigori in Champions. Me li godrò, quegli stadi, anche perché avrò meno tensioni prepartita".

COSA TEMERE NEL GIRONE MONDIALE- "Stiamo attenti che l'Albania è una squadra da prendere con le pinze. Anche perché è la prima. Le prime partite in queste manifestazioni sono sempre un pochino delicate e nervose. Ma credo che con tutto quello su cui stanno lavorando Spalletti e il suo staff, se viene recepito bene dai ragazzi, l'unica preoccupazione sarà solo la condizione in cui arriveremo all'Europeo".

SPALLETTI- "Spalletti certamente è un allenatore atipico, ha caratteristiche tutte sue: gli piace essere una persona credibile, sta in mezzo al gruppo, gli piace dare le coordinate al gruppo, tecniche e comportamentali, esige ci sia disciplina; cerca sempre coerenza tra quello che dice e fa; trasferisce questa sua ricerca in ogni istante, non lascia mai passare niente. Ci conoscevamo da tempo immemore, ma mai da vicino, ora è bello stargli accanto".

LEZIONE DI VIALLI FATTA SUA- "Non buttare via tempo, la vita è un'opportunità e visto che abbiamo questa fortuna, dobbiamo cercare di metterla a profitto fino all'ultimo giorno. Ah, è ovviamente in quel "profitto" non c'è nulla di economico. Meglio specificare".

CRITICHE A DONNARUMMA?- "Sicuramente! Non dico che si tratti di eccesso di critica, ma vedo un certo piacere quando si può sottolineare un suo errore. I tedeschi hanno una parola per indicare momento di godimento che si prova quando le cose vanno male agli altri: schadenfreude. Ecco io credo che Gigio ne subisca tanto, ma è uno strutturato e ha già superato molte volte questi momenti".

HA DATO CONSIGLI?- "Mai! Io non do mai consigli. Quando mi chiedono, io rispondo dando le mie verità. Che sono le mie, ovviamente, mica quelle assolute".

TRE PORTIERI PIÙ BRAVI- "Tre sono troppo pochi. Togliendo Courtois che è infortunato e me per me aveva qualcosa in più, poi ce ne sono sei o sette che sono fortissimi. I nomi li conoscete, sono sempre quelli".

COME SI FORMA UN PORTIERE- "Per me un portiere è composto per il 20-30% di qualità innate e 70-80% di testa. Che significa: capacità di capire lo svolgimento del gioco, relazionarti con gli altri, dare sicurezza a un reparto, sono qualità intangibili all'esterno, ma sono molto più importanti del fisico".

CRITICHE AD ALLEGRI- "Viene criticato perchè arriva da due anni in cui la Juve ha passato parecchie vicissitudini. A volte penso alla felicità del mondo Juve quando è tornato. Ma quando si riparte c'è bisogno di tempo. Questi due anni gli hanno permesso di fare delle scelte, di operare una scrematura nel gruppo e magari di costruire per arrivare nel giro di un anno o due alla vittoria".

CHE CAMPIONATI SEGUE- "Io seguo molto la Serie C per la mia Carrarese e poi il campionato dilettanti, che mi appassiona da morire. Poi mi imbatto negli highlights di Serie A e B, dove cerco sempre la Juventus e il Parma. Sempre. E poi un po' di Champions. Passo dai dilettanti alla Champions con grande facilità e felicità. Poi, ovvio, cerco di seguire i giocatori della Nazionale".

SCUDETTO JUVE- "llusione? E perché? Certo, non deve essere l'obiettivo, quello che ti toglie il sonno di notte, ma deve essere “un” obiettivo, una speranza. Quello deve essere voglia e determinazione a spostare il limite di ogni squadra".

MAROTTA MIGLIOR DS?- "Possiamo dire che quando arriva nei posti è veramente bravo. Nessuno riesce a scegliere le persone e sistemare le cose importanti. È una capacità innata e a lui viene naturale percepire ciò di cui c'è bisogno e trovare la soluzione. Marotta è uno che fa subito la diagnosi e non sbaglia la cura e becca sempre la prognosi, tutto molto velocemente. È una qualità che hanno in pochi: solo gente sveglia ed esperta. Detto questo, attenzione a Giuntoli: il percorso che ha fatto Cristiano è stato di grande rilievo e lo mette ora tra i top. Forse stiamo facendo confusione, perché Giuntoli non è un competitor di Marotta per ruolo e Beppe non è un direttore sportivo ma qualcosa di più. Come direttore sportivo “puro”, Cristiano è uno di quelli che, in questi ultimi anni, ha fatto più degli altri. E ha un suo animalesco fiuto per il calcio".

GLI VIENE MAI VOGLIA DI TORNARE IN CAMPO?- "Mai. Veramente. Quando mi sono fatto male a Cagliari nei playoff dell'anno scorso è stato il triplice fischio. Alla fine, io volevo solo che ci fosse un motivo valido per smettere e quello è stato perfetto, era fine maggio, per la terza volta mi facevo male al polpaccio, che è un infortunio fastidioso: per riprendere mi ci sarebbero voluti tre, forse quattro mesi e allora ho capito che era venuto il momento. Poi è venuto il corso per diventare ds e ora mi sono iscritto a un master della Bocconi per manager d’azienda".