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A gennaio fu Dejan Kulusevski ad azionare le porte automatiche del gate di Caselle, per imbarcarsi per un volo in direzione Londra. “Spero di tornare un giorno”, le sue ultime parole nel capoluogo torinese, prima di salutare la Juventus e cominciare la nuova avventura – fin qui particolarmente fortunata -, al Tottenham. Stesso percorso, ieri, per de Ligt che ha salutato gli ormai ex compagni alla Continassa e si é concesso ai tifosi presenti fuori dai cancelli, per foto e autografi. Venti minuti dopo l’arrivo all’aeroporto, un rapido saluto e via in direzione Monaco di Baviera.
 
Due partenze, quelle di Kulusevski e de Ligt, particolarmente significative e che arrivano nel giro di pochi mesi. La Juventus saluta due pilastri del progetto giovani, chiude due finestre sul futuro del club. Il primo, sarebbe dovuto diventare un punto di riferimento in campo, dal punto di vista tecnico. Il secondo, soprattutto dai tifosi, era stato designato come “capitan futuro”, per quello che dà in campo e, soprattutto, fuori: un leader nato, si era notato già ai tempi dell’Ajax.
 
Di finestre sul futuro, però, ne rimangono aperte altre e attenzione a dare per chiusa la linea verde, in casa Juventus. Il club bianconero cambia interpreti ma non cambia filosofia: “Tutto cambia affinché tutto resti uguale”, come da celebre citazione del Gattopardo. Gli investimenti fatti per Kulusevski e de Ligt sono stati importanti dal punto di vista economico, investimenti da cui la Juve è rientrata con le cessioni. Inoltre, ad essere rioccupati sono gli slot da “giovane di talento pronto ad esplodere”. Per il presente e il futuro, la Vecchia Signora ha deciso di puntare in primis su Vlahovic: calciatore dalle potenzialità enormi, così come enormi sono ancora i margini di crescita, in campo e come uomo immagine del club.
 
Per l’altro slot, invece, si è chiusa oggi l'operazione Gleison Bremer che può diventare la nuova colonna della difesa della Juventus, un nuovo pilastro del progetto che sì cambia pelle, ma non cambia la sua essenza.