commenta
Ora Paulo Dybala è in netta crescita. Sta trovando continuità, gli manca solo il gol ma non gli assist e i sorrisi, si alterna con Gonzalo Higuain al fianco di Cristiano Ronaldo e studia di nuovo da trequartista. Domani contro l'Inter dovrebbe partire dalla panchina, pronto a fornire il suo contributo per la Juve a partita in corso nella partita più attesa di questa prima di stagione. Sul campo dovrà quindi continuare a dimostrare di avere avuto ragione lui, per il bene suo e della Juve, a rifiutare la cessione la scorsa estate. Ma sul mercato i suoi «no» hanno aiutato e non poco l'Inter a mettere in pratica le strategie di Beppe Marotta.

I NO – Non pensava di finire sul mercato, invece a metà strada si è ritrovato scaricato dalla Juve. Con Fabio Paratici che grazie alla sua cessione sperava di far saltare i piani dell'Inter oltre a che a realizzare i propri. Il primo «no» è quello rifilato al Manchester United, nonostante un'apertura finale: non era una semplice manovra di disturbo, la Juve ha provato davvero a effettuare lo scambio con Romelu Lukaku, che avrebbe permesso in un sol colpo di far saltare anche il tavolo dei rivali. Niente da fare, Dybala-United è un matrimonio che non si è fatto, Lukaku-Inter invece sì. E poi quello al Tottenham ha infine impedito alla Juve di trovare risorse e spazio per puntare all'assalto di Mauro Icardi, al giusto prezzo sarebbe potuto anche trasferirsi a Torino anziché essere costretto a volare al Psg il 2 settembre. Due no, per la soddisfazione sul mercato dell'Inter.

L'ALTRO RIFIUTO – A proposito di Icardi e di Inter, ecco però che c'è un altro «no» che ha invece trovato d'accordo Dybala con la dirigenza bianconera: proprio quello al club nerazzurro. Lo scambio Dybala-Icardi era un'ipotesi reale, non solo una provocazione, di Beppe Marotta. Ma la Joya non ha mai aperto le porte all'Inter. E per come si erano messe le cose, pure Andrea Agnelli aveva posto il veto su questo scambio: Icardi sì, ma non per Dybala. Ma ora fa tutto parte del passato.