SULLA CHAMPIONS - “Il Bayern forse il 9 maggio è in campo, la Juve e le spagnole no, per dire. È vero che la UEFA immagina di assegnare le coppe dopo aver lasciato concludere i campionati nazionali, ma chiaramente si determinerà una disparità di trattamento. Che dovrebbe stare alla base di qualunque competizione”.
SULLA REALE RIPRESA - “Conviene distinguere tra desiderio e verità. Tutti desideriamo di rivedere i gol, i dribbling, le emozioni di una partita. Pensa che ho nostalgia persino del Var! E mi sono ridotto a cercare in streaming il campionato del Nicaragua o la mitica Lega Bielorussa. Però... Il calcio è disciplina di contatto. I giocatori sono esseri umani. Se nella vita quotidiana debbono stare a due metri dal barista o dal meccanico o dal commercialista, con che spirito in campo poi si accalcano in un’area di rigore? Non lo so, sono domande che immagino chiunque si ponga”.
SUGLI STADI A PORTE CHIUSE - “Giusto. Non è la stessa cosa, il pallone senza pubblico. Ma tanto, anche a spalti deserti, lo scudetto lo vincerà meritatamente la Juve. Lotito arriverà secondo e amen”.